Europa: Enrico Letta su Europeinfos, “cristiani facciano sentire la loro voce nelle sedi deputate”

(Bruxelles) “Non c’è bisogno di inventare nuovi appuntamenti con il rischio di rinchiudersi”, facendo “gruppo a parte”; i cristiani, “qualunque sia il loro stato, dovrebbero partecipare ai dibattiti in corso, ascoltare e parlare”, nei “luoghi nella società civile, che hanno bisogno di nuove forze” o, ad esempio, nelle “convenzioni democratiche o altre forme di dialogo con i cittadini” che dovrebbero partire nei mesi a venire. È l’indicazione che Enrico Letta, presidente dell’Istituto Jacques Delors dà, sul numero di dicembre di Europeinfos, il mensile della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), rileggendo il “piccolo miracolo” del dialogo tra uomini politici e uomini di Chiesa di tutta Europa che si è svolto a Roma a fine ottobre. Secondo l’ex-premier italiano, per proseguire quel dialogo i cristiani possono anche aprire i propri spazi a “temi e iniziative europee”, com’è avvenuto alle recenti Settimane sociali di Francia, cita Letta, o come fa Taizé. “Che cosa abbiamo previsto quest’anno sull’Europa?” è la domanda che “diocesi, parrocchie, scuole” dovranno porsi guardando al calendario del 2018. Da proseguire, secondo Letta il dialogo tra Est e Ovest, perché “dagli stessi riferimenti cattolici, traiamo conclusioni a volte troppo distanti”. Non basta “fermarsi all’osservazione di una distanza, il dispiacere per le differenze, la rinuncia all’unità”. I cristiani trovano qui “una vocazione a essere ponte”: “un ottimo” e “urgente” servizio per l’Europa”.

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