Corte di Strasburgo: registrazione unioni omosessuali, “Italia ha violato articolo 8 della Convenzione europea”

(Strasburgo) L’Italia ha violato l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani (diritto al rispetto della vita privata e familiare) rifiutando di registrare in alcuna forma i matrimoni contratti all’estero da sei coppie omosessuali e negando quindi loro la protezione legale e altri diritti associati. Lo sostiene la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo emessa oggi (con 5 voti favorevoli e 2 contrari) riguardante il ricorso di sei coppie dello stesso sesso di cittadini e cittadine italiani che si sono sposati in Canada, California, Usa e Paesi Bassi prima del 2011 e che nel 2012 hanno presentato a Strasburgo la loro causa contro l’Italia. Scrive la Corte che, “sebbene gli Stati abbiano un ampio potere discrezionale sulla questione se consentire o meno di registrare i matrimoni omosessuali”, l’Italia ha comunque commesso “una violazione dei diritti” dal momento che “la legge italiana non forniva alcuna protezione legale né riconoscimento prima del 2016, quando la legislazione sulle unioni civili dello stesso sesso è entrata in vigore”. Secondo la Corte, “gli Stati sono liberi di restringere il matrimonio alle coppie eterosessuali, ma le coppie dello stesso sesso hanno bisogno di riconoscimento legale e di protezione della loro relazione”. L’Italia dovrà risarcire ciascuna coppia con 5mila euro per i danni morali e una cifra forfettaria di 10mila euro da dividere tra le coppie per il rimborso delle spese procedurali. Una delle coppie, che ha compiuto invano l’iter processuale in Italia, avrà un rimborso di 9mila euro.

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