Diocesi: mons. Toso (Faenza-Modigliana), “vivere e realizzare la misericordia di Dio anche in ambito ecologico”

“Nel nostro Paese vi sono numerosi casi di degrado, di inquinamento nelle città, di avvelenamento di territori che mettono a rischio la salute e la vita di molti e che, oltre a essere penalmente perseguibili, si configurano come veri e propri peccati che postulano una conversione ecologica”. Lo afferma il vescovo di Faenza-Modigliana, monsignor Mario Toso, in un messaggio scritto in occasione della Giornata nazionale per la custodia del Creato. “Nell’Anno della misericordia dobbiamo pensare che essa non concerne solo gli uomini e le loro relazioni interpersonali ma anche il loro rapporto con il creato”, prosegue monsignor Toso, per il quale “bisogna vivere e realizzare la misericordia di Dio – oltre che nell’ambito antropologico, nel mondo del lavoro, della finanza, dell’economia, della politica, dei mass media, della sanità, della scuola – anche in ambito ecologico”. Richiamando la “Laudato si’”, il vescovo avverte anche la necessità “di una ricezione più sistematica e penetrante in ambito pastorale e educativo, di una mobilitazione corale, di piccole azioni quotidiane migliorative di quanto già si fa”. “Per quanto concerne le comunità cristiane, le scuole cattoliche, i movimenti, le organizzazioni di ispirazione cristiana – aggiunge – vanno senz’altro incrementate una catechesi, una formazione, una messa in rete delle varie iniziative”. Secondo monsignor Toso, “non bisogna perdere la speranza. Gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e a rigenerarsi, ad ammirare il bello, ad uscire dal pragmatismo utilitaristico”. “Non esistono sistemi sociali e culturali che annullino completamente l’apertura al vero, al bene e alla bellezza”, osserva il presule, secondo cui “è possibile risalire la china, impiantare una nuova cultura, mobilitare le coscienze, formare movimenti di consumatori che smettono di acquistare certi prodotti e diventino, con il loro portafoglio, decisori del destino di certe imprese che puntano solo al profitto e non rispettano l’ambiente”. “Formando la responsabilità dei consumatori – conclude – si riesce ad incidere sulle politiche e sull’economia”.

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