Cardinale Bagnasco: ad Avvenire, “i giovani della Gmg una provocazione positiva”

I giovani della Gmg? “Sono una provocazione positiva”, così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, in un’intervista sul quotidiano “Avvenire” al termine della Giornata mondiale della gioventù di Cracovia. “Con il loro tumulto interiore – prosegue il presidente della Cei – combinato con grandi speranze e aspettative aiutano gli adulti, pastori compresi. Ci spingono a pensare, a rispondere non con discorsi insignificanti ma con parole profonde”. “I giovani che abbiamo visto – spiega il cardinale – non hanno paura di impegnarsi, le voci che abbiamo ascoltato in tanti dialoghi sono impegnative, non si tirano mai indietro: le loro domande sono molto serie, difficili. Significa che se stimolati in un contesto adeguato e con parole giuste sanno andare a fondo e pungolarci ancor più di quanto siamo capaci di fare con loro. La Chiesa vuole star loro vicina per aiutarli a crescere e incontrare il Signore: questo è il segreto della gioia vera”. Alla domanda cosa chiedono i giovani alla Chiesa, il card. Bagnasco risponde: “Che stia loro vicina, con amore e simpatia, perché c’è tanta solitudine, anche all’ interno delle famiglie. Ma si aspettano che la Chiesa lo faccia sempre con parole di verità, perché ne hanno una percezione intuitiva, limpida”. I giovani, spiega, “si sentono vulnerabili rispetto all’oceano di idee nel quale naviga la loro vita, e chiedono punti di riferimento, una paternità che con grande affetto e vicinanza, ma anche con parole come quelle del Vangelo, li aiutino a crescere, a non avere paura della vita e più fiducia in se stessi”. E ancora, sottolinea: “circola molto timore, senso di inferiorità, l’autostima non è affatto scontata: se non ci fossero i nostri sacerdoti che vivono sul fronte delle parrocchie e dei gruppi tutti i giorni, che ne sarebbe di questi ragazzi? Novantamila di loro a Cracovia, accompagnati da 2mila sacerdoti e 136 vescovi, dove sarebbero ora senza chi li ha accolti, seguiti, ascoltati, educati? In Polonia i nostri sacerdoti e vescovi si sono prodigati con autentici tour de force e grande sacrificio. Ne ho incontrati tanti, con molti o pochi giovani, e mi tocca sempre nel profondo vedere come si spendono completamente per loro”.

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