Rom: Associazione 21 luglio, “Italia persevera nella segregazione e discriminazione”

“Malgrado i ripetuti richiami degli organismi internazionali e gli obiettivi fissati nella Strategia nazionale d’inclusione, l’Italia persevera nella segregazione e nella discriminazione delle comunità rom e sinte, finanziando la progettazione e la costruzione di nuovi “campi rom” e il rifacimento di quelli esistenti, perpetrando sgomberi forzati e rendendosi terreno fertile per la diffusione di un clima di ostilità e intolleranza che trova spazio anche nel discorso politico e mediatico”. Il quadro emerge dal Rapporto annuale sulla condizione di Rom e Sinti in Italia, presentato stamane in Senato da Associazione 21 luglio, in occasione della Giornata internazionale dei Rom e dei Sinti. Dalla mappatura condotta da Associazione 21 luglio, emerge che dei circa 180mila rom e sinti che vivono attualmente nel nostro Paese, circa 35 mila sono in emergenza abitativa e di essi quasi 20 mila in insediamenti voluti, progettati e gestiti dalle istituzioni. Si contano infatti 145 insediamenti formali per soli rom – il 76% dei quali è ubicato in Veneto, Toscana, Piemonte, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Sardegna – e 10 “centri di raccolta”, il 93% dei quali si trova a Milano, Roma e Napoli. L’86% dei rom residenti nei “campi” vive nel Lazio, in Campania, Lombardia e Toscana, con la regione Lazio che, da sola, raggiunge una percentuale del 41%, con la quasi totalità nella Capitale. Nonostante tra le priorità della Strategia Nazionale ci sia il superamento della “politica dei campi”, in Italia, nel 2015, si sono continuati a registrare interventi mirati alla costruzione di nuovi “campi” o alla manutenzione straordinaria di quelli esistenti. Da Vicenza a Genova, da Pistoia a Napoli, sino a Lecce, questi interventi, che reiterano politiche che negli anni hanno restituito marginalizzazione e violazioni dei diritti umani, hanno interessato circa 1.780 persone a fronte di un impegno economico superiore ai 14 milioni di euro.

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