Vescovi Costa Rica: aumenta la violenza. “È nelle nostre mani la possibilità di una società” migliore

Anche il Paese tradizionalmente più “felice” e sicuro dell’America centrale fa i conti con un aumento della violenza. Lo segnalano con preoccupazione, in un recente messaggio, i vescovi della Conferenza episcopale di Costa Rica. Anzitutto i presuli mettono in evidenza alcuni dati: nel 2015 nel Paese ci sono stati 560 omicidi, numero certo notevolmente più basso rispetto agli Stati vicini, ma comunque preoccupante, anche perché un quarto di questi è legato a episodi di narcotraffico. Raddoppiati in un decennio anche gli atti di violenza verso l’infanzia. E, se nel 2014 l’Ospedale nazionale dei bambini ha assistito 2.400 ragazzi aggrediti, nel 2015 si è passati a 3.100. In aumento, pur senza avere dati certi, la violenza intra familiare.
Di fronte a questa situazione i vescovi lamentano un inefficace controllo della violenza, anche se questo è dovuto in parte alla scelta del Paese, quasi unica al mondo, di fare a meno dell’esercito, liberando così risorse per le politiche sociali. Ma la Conferenza episcopale punta soprattutto l’attenzione sul fattore etico, facendo notare che sono venute meno alcune attenzioni per lo sviluppo della famiglia e che sono aumentati i casi di corruzione e la sfiducia nelle pubbliche istituzioni, pur in presenza di un tessuto sociale in gran parte sano, caratterizzato da una forte cultura pacifista.
Nel richiamare, sulla scia delle parole di papa Francesco, alla centralità della misericordia e della riconciliazione, i vescovi concludono: “È nelle nostre mani la possibilità di recuperare in Costa Rica una società nella quale brillino la pace e il pieno rispetto della vita umana”.

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