Stepchild adoption: Cerrelli (Ugci) su sentenza tribunale Roma, non “tutela minore” ma “preteso diritto”

“La sentenza del Tribunale per i minorenni di Roma fa un salto di qualità nell’ottica della ridefinizione dell’istituto dell’adozione”. È quanto afferma Giancarlo Cerrelli, consigliere centrale dell’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci), commentando il via libera dei giudici romani all’adozione di due bambine di 4 e 8 anni da parte di due donne conviventi. “Con la sentenza odierna”, afferma Cerrelli, i giudici “hanno inventato un nuovo artifizio giuridico per giustificare quello che giuridicamente è difficilmente giustificabile” spostando “la finalità dell’adozione intesa come tutela del best interest of the child, verso un’adozione del desiderio”. “Uno schiaffo a quelle coppie di coniugi che attendono di poter donare una famiglia a un bimbo che non ce l’ha, ma che devono assoggettarsi a controlli stringenti e a mille ostacoli burocratici”. Per il giurista, sembra che “alcuni giudici stiano favorendo un percorso privilegiato di adozione che è orientato a riconoscere delle situazioni di fatto che ad arte sono predisposte dai richiedenti, senza che sia fatta una valutazione seria del best interest of the child. Il provvedimento sposa una prospettiva adultocentrica molto concentrata su un preteso diritto della coppia omosessuale alla genitorialità adottiva – che non sussiste invero nemmeno per la coppia eterosessuale -, sicché il provvedimento finisce con lo spendere poche righe piuttosto superficiali proprio sull’interesse delle persone di età minore adottande, che costituisce il limite invalicabile dell’applicazione dell’istituto adottivo e che, in realtà, viene per nulla o molto poco indagato e valorizzato nel caso concreto”.

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