Referendum: Aggiornamenti sociali, “la vittoria del ‘no’ è netta, le conseguenze politiche tutte da valutare”

“Un primo dato chiaro e in controtendenza rispetto ai più recenti appuntamenti elettorali è quello dell’altissima partecipazione al voto, che è andata al di là di ogni attesa attestandosi al 68,48% in Italia e al 30,74% nel voto degli italiani all’estero. Due motivi in particolare hanno reso possibile questo risultato: l’importanza del voto espresso, che aveva per oggetto la modifica della Costituzione, e la percezione che potesse essere l’occasione per ‘dare una spallata’ al Governo Renzi”. Lo si legge in una nota pubblicata oggi da “Aggiornamenti sociali”, rivista dei gesuiti, per la quale l’appuntamento del 4 dicembre ha messo in moto “una dinamica partecipativa che da tempo non si manifestava in queste proporzioni. Vi è stato un ritorno a discutere su scelte istituzionali e politiche, a impegnarsi in modo attivo e propositivo a livello civile”. Ora “questo patrimonio di rinnovato interesse è un valore fondamentale da non disperdere, per il bene del Paese”. Per “Aggiornamenti sociali”, “un secondo elemento certo è la netta vittoria del ‘no’ a livello nazionale”. Le conseguenze politiche di questo voto “sono ancora difficili da determinare e gli interrogativi al riguardo troveranno una prima risposta solo nei prossimi giorni”.
Certamente, però, “una lezione si può trarre dalla bocciatura di questo tentativo di riforma, l’ennesimo fallimento in una storia lunga ormai più di trent’anni. Quando decideremo di ritornare a discutere di riforme costituzionali, sarà bene prendere esempio da esperienze di coinvolgimento dei cittadini nella fase di elaborazione delle proposte che si sono già realizzate in altri Paesi, come ad esempio l’Irlanda, e che hanno dato buona prova di sé. Un processo di riforma condiviso, in cui politici e cittadini lavorano fianco a fianco, non può non dare maggior forza alle proposte avanzate e aiutare ad abbassare i toni delle contrapposizioni”. Un ultimo punto, infine, dovrà essere affrontato nei prossimi mesi e tocca l’informazione: “Non è in questione solo l’obiettività dell’informazione”; infatti, la campagna referendaria in Italia “si è contraddistinta non solo per la durezza dei toni, ma anche per le cosiddette bufale che riguardavano gli argomenti tanto del ‘sì’ quanto del ‘no’”. Questo tema diviene allora “prioritario e coinvolge diversi attori: i media tradizionali, i nuovi media, chi gestisce le piattaforme dei social network e tutti noi, che da lettori rilanciamo le notizie”. Di qui il suggerimento: “Come lettori e utenti dei social network, possiamo iniziare a esercitare maggiormente il nostro spirito critico per non dar credito a notizie verosimili, non sostenere siti e testate che fanno disinformazione e non aumentare il livello di contrapposizione nel dibattito”.

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