Unione europea: passo avanti dell’Albania verso l’adesione. Nuovo stop alla Turchia

Bruxelles, 9 novembre: il commissario all'allargamento Johannes Hahn (foto SIR/CE)

(Bruxelles) Piccolo passo dell’Albania verso l’Unione europea. La Commissione ha infatti adottato oggi il suo pacchetto annuale sull’allargamento, che valuta lo stato di avanzamento dei Balcani occidentali e della Turchia “nell’attuazione delle principali riforme politiche ed economiche e individua le misure necessarie ad affrontare le questioni ancora aperte”. La Commissione ha dunque raccomandato, tra le altre cose, che “gli Stati membri prendano in considerazione l’avvio di negoziati di adesione con l’Albania, comunque condizionatamente all’esistenza di progressi credibili e tangibili nell’attuazione della riforma della giustizia, in particolare per quanto riguarda il riesame di giudici e pubblici ministeri”. Il commissario per l’allargamento, Johannes Hahn, ha dichiarato: “La prospettiva dell’adesione all’Ue continua a incoraggiare la trasformazione e a mantenere la stabilità nei Paesi dell’Europa sudorientale”. I negoziati di adesione sono stati avviati con i seguenti Paesi candidati: Turchia (2005), Montenegro (2012) e Serbia (2014), ma non ancora con l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Paese candidato dal 2005) né con l’Albania (candidato dal 2014). La Bosnia-Erzegovina e il Kosovo sono potenziali candidati. Il Commissario Hahn ha specificato che la relazione sulla Turchia giunge “in un momento molto importante per il Paese e per le relazioni con l’Unione”. “Siamo profondamente preoccupati – ha poi detto Hahn – per il deterioramento dello Stato di diritto e della democrazia che ha fatto seguito al fallito colpo di Stato. Nel proprio interesse, la Turchia deve al più presto smettere di allontanarsi dall’Ue”. La politica di allargamento continua “a produrre risultati e nella maggior parte dei Paesi le riforme avanzano, anche se a ritmi diversi”. Per quanto riguarda lo Stato di diritto, nel complesso sono stati compiuti sforzi per modernizzare i quadri giuridici e le infrastrutture, sostiene la relazione dell’Esecutivo. “L’Albania ha adottato all’unanimità alcune modifiche costituzionali che gettano le basi per un’ampia e profonda riforma del sistema giudiziario”. La maggior parte dei Paesi “continua tuttavia a far fronte a problemi di efficienza e a uno scarso grado di indipendenza e di responsabilità del potere giudiziario”. I diritti fondamentali continuano “a essere ampiamente sanciti dalla legislazione dei Paesi dell’allargamento. Nei Balcani occidentali permangono però carenze a livello pratico, ma la situazione è sostanzialmente stabile. In Turchia si sono registrati passi indietro in questo ambito, e l’applicazione pratica mostra frequenti e significative carenze”.

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