Azione Cattolica: Chiesa italiana dopo Firenze. Grando, “disposti a riconoscere i segni di bene presenti nella storia”

“Mi sembra di poter individuare tre aspetti che hanno segnato il percorso del Convegno di Firenze e che sento forti per la mia vita quotidiana oltre che per il servizio alla Chiesa attraverso l’Ac”. Lo ha affermato Diego Grando, dell’Azione cattolica di Vittorio veneto, al seminario intitolato “L’Ac e la Chiesa italiana dopo Firenze” e svoltosi oggi a Roma. Il primo aspetto è “il primato dell’incontro con Gesù Cristo, misura della perfezione, uomo da indicare come riuscito nel dono di sé, volto che ispira lo stile della misericordia”. In questo senso “quei giorni sono stati un continuo guardare a Cristo e attraverso Cristo. In quei giorni ho sentito spesso il riflesso del nostro Progetto formativo”. Secondo aspetto: “Da Firenze è emersa l’idea di Chiesa come realtà di comunione nella quale tutti, tutto il popolo di Dio, è partecipe con la propria storia oltre che con i propri doni, talenti, competenze. Penso ai relatori di quei giorni, ai tanti laici presenti che hanno speso del loro tempo, rinunciando al loro lavoro o studio. Penso ancora al reciproco ascolto tra vescovi, preti, consacrati e laici”.

“Ecco – ha aggiunto Gradio – mi sembra di poter sottolineare come ho sentito concreto e vivo in tutti e in tanti laici un profondo senso di Chiesa e una disponibilità profetica che non è solo collaborazione, ma dedizione: che è sentirsi corresponsabili”. Infine a Firenze “si è vista la necessità di porsi in dialogo con il mondo senza pregiudizi o accuse, disposti a riconoscere i segni di bene presenti nella storia e disposti a lasciarsi anche istruire dal mondo per comprendere più a fondo il Vangelo”.

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