Italcementi di Castrovillari: sciopero della fame degli operai, lettera aperta del vescovo Francesco Savino

“Gli scenari di crisi occupazionale, di cui quello di Castrovillari è un piccolo esempio, sono la risultanza di logiche opportunistiche che sacrificano l’economia reale alla speculazione finanziaria”. È quanto scrive il vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Francesco Savino, in una lettera aperta sulla situazione dell’Italcementi di Castrovillari (Cosenza) dopo la notizia di una mobilitazione degli operai che hanno deciso uno sciopero della fame come “manifestazione del proprio disagio circa il futuro lavorativo che vedono profilarsi dopo le ultime decisioni riguardanti l’attività di produzione dell’impresa in cui sono occupati”. Sono circa 80 gli operai che rischiano il licenziamento. “Tutti siamo in grado di cogliere i segni di scricchiolamento di un sistema planetario basato su investimenti di capitali che bruciano in qualche istante denaro che dovrebbe servire, invece, a produrre beni di necessità”, scrive il presule dicendosi vivono a loro e “accanto a loro in un frangente che vede l’imminente perdita di occupazione, da mesi prevista e predeterminata, contro la quale sembrano essere naufragati tutti i tentativi di mediazione messi in atto dalle rappresentanze sindacali e dagli organi politici del territorio”.

“Mentre si alza decisa la voce del Santo Padre che, aprendo l’anno giubilare della Misericordia a Bangui in Repubblica centrafricana, richiama tutti a collaborare alle opere di giustizia e pace, secondo lo stile di Gesù, il Cristo Signore, per realizzare il suo regno di amore, mi chiedo – scrive mons. Savino – cosa posso dire o fare per rivelare un segno del Volto della Misericordia ai miei fratelli i quali, per ragioni diverse, sono coinvolti in questa vicenda che, nel suo epilogo, getterà sul lastrico intere famiglie, negherà la dignità ad altri lavoratori, sfigurerà ancora la terra calabra già segnata da tante devastazioni a motivo di cui si allontanano i suoi figli per cercare altrove la propria realizzazione”. “Possiamo – si chiede – cercare di ragionare in termini di economia di comunione in modo da salvare posti di lavoro che ridiano coraggio agli operai di Castrovillari? Se esiste una possibilità, anche minima e remota, non tralasciamola! Che il cancello del cementificio di Castrovillari possa diventare simbolicamente la prima porta giubilare aperta in questa diocesi in anticipo sulle altre: sarà un segno per tutti gli esodati, i precari, i disoccupati, i cassintegrati e le foro famiglie, di una speranza di giustizia possibile”.

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