Papa in Kenya: al quartiere Kangemi, no a violenza, criminalità e “nuove forme di colonialismo”

Il contesto di “indifferenza e ostilità”, di cui “soffrono i quartieri popolari, si aggrava quando la violenza si diffonde e le organizzazioni criminali, al servizio di interessi economici o politici, utilizzano i bambini e i giovani come ‘carne da cannone’ per i loro affari insanguinati”. Non ha usato giri di parole Papa Francesco, visitando il quartiere povero di Kangemi a Nairobi. Richiamando le “sofferenze di donne che lottano eroicamente per proteggere i loro figli e figlie da questi pericoli”, Francesco ha sottolineato che “la strada dell’inclusione sociale, dell’istruzione, dello sport, dell’azione comunitaria e della tutela delle famiglie” è “l’unica garanzia di una pace giusta, vera e duratura”. Le realtà appena richiamate, ha precisato, “non sono una combinazione casuale di problemi isolati”, ma piuttosto “una conseguenza di nuove forme di colonialismo, che pretende che i Paesi africani siano ‘pezzi di un meccanismo, parti di un ingranaggio gigantesco’”, ha detto citando l’esortazione apostolica “Ecclesia in Africa” di Giovanni Paolo II. Un colonialismo che prevede anche “pressioni affinché si adottino politiche di scarto come quella della riduzione della natalità”.

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