Papa in Kenya: al quartiere Kangemi, “città integrate” e diritto a terra, casa e lavoro

La proposta di “riprendere l’idea di una rispettosa integrazione urbana”. A lanciarla da Nairobi è stato questa mattina il Papa, nel corso della sua visita al quartiere povero di Kangemi. “Né sradicamento, né paternalismo, né indifferenza, né semplice contenimento – ha spiegato -. Abbiamo bisogno di città integrate e per tutti. Abbiamo bisogno di andare oltre la mera declamazione di diritti che, in pratica, non sono rispettati, e attuare azioni sistematiche che migliorino l’habitat popolare e progettare nuove urbanizzazioni di qualità per ospitare le generazioni future”. “Il debito sociale, il debito ambientale con i poveri delle città – ha ammonito Francesco – si paga concretizzando il sacro diritto alla terra, alla casa e al lavoro (le tre ‘t’: tierra, techo, trabajo). Non è filantropia, è un dovere di tutti”. Di qui l’appello a tutti i cristiani, in particolare ai pastori, a “rinnovare lo slancio missionario, a prendere l’iniziativa contro tante ingiustizie, a coinvolgersi nei problemi dei cittadini, ad accompagnarli nelle loro lotte, a custodire i frutti del loro lavoro collettivo e a celebrare insieme ogni piccola o grande vittoria”. “So che fate molto, ma vi chiedo di ricordare che non è un compito in più, ma forse il più importante”. “Lavoriamo e impegniamoci insieme” per il miglioramento delle condizioni di vita di ogni famiglia, l’appello finale di Francesco. A concludere l’appassionato discorso del Papa la consueta benedizione in lingua swahili: “Mungu awabariki! (Dio vi benedica!)” e la richiesta di preghiere per sé.

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