La forza contro lo stato di diritto

Nella attuale fase di sovranismi in due situazioni si è arrivati ad utilizzare la forza. La più grave quella della Turchia contro i curdi (della Siria addirittura) e della Spagna contro i catalani; curdi e catalani, a cui una autonomia significativa probabilmente poteva bastare. In questi due casi l’uso della forza non è solo immorale, come è evidente, ma anche illegale, inutile e dannoso. Una soluzione che possa essere duratura non la si trova con le armi, ma con un’azione politica che superi i motivi delle crisi attuali

Dobbiamo ammettere che quando una disputa fra realtà politiche associate arriva all’uso delle armi, la politica e lo stato di diritto sono al fallimento. Non è vero che la guerra è politica fatta con altri mezzi, come diceva Carl Von Clausewitz, ne è invece la negazione. Nella attuale fase di sovranismi in due situazioni si è arrivati ad utilizzare la forza. La più grave quella della Turchia contro i curdi (della Siria addirittura) e della Spagna contro i catalani; curdi e catalani, a cui una autonomia significativa probabilmente poteva bastare. La crisi ispanocatalana nasce da un contenzioso fra governo centrale e Catalogna su autonomia, indipendenza di gestione economica e culturale. Ancora una volta l’Europa dei diritti umani dimentica la sua più alta espressione etica.
Le condanne durissime del Tribunale Supremo spagnolo hanno scatenato una reazione con scontri tra manifestanti e polizia. La richiesta di autonomia non è stata mai accolta e discussa come problema politico, solo di ordine pubblico. Lo Stato centrale si muove su una linea ideologica della “hispanidad”, eredità del franchismo. Anche da noi le richieste del Sud Tirolo hanno dovuto vedersela con il nazionalismo che l’epoca fascista aveva lasciato in eredità. Solo dopo essere passati da momenti duri di tensioni anche violente, la richiesta è stata in qualche modo elaborata, fino a concedere ampi spazi di autonomia e addirittura una fiscalità privilegiata. Anche l’invasione che la Turchia sta facendo nella zona dei curdi in Siria dipende da una questione di nazionalismo. Non risolto sul piano politico, lo scontro ora apre spazi alle strategie di Putin, che lo porteranno ad essere l’arbitro e il gestore delle crisi mediorientali e a trascinare la Turchia fuori dalla Nato. Una strategia di politica internazionale straordinaria di Trump. Per riprendere il diritto e la politica, quella nobile di cui abbiamo perso le tracce, torniamo ai diritti umani innati, che esistono prima della legge scritta e tutelano la dimensione umana, personale e sociale. Proprio per questo persone e popoli sono i soggetti originari del sistema legale internazionale. Gli Stati sono da considerare entità derivate e, per il principio di sussidiarietà, devono essere di sostegno ai diritti dei popoli, non di ostacolo. Nei due casi concreti l’uso della forza non è solo immorale, come è evidente, ma anche illegale, inutile e dannoso. Una soluzione che possa essere duratura non la si trova con le armi, ma con un’azione politica che superi i motivi delle crisi attuali. Ogni crisi, infatti, richiede nuova creatività. La forza non fa che rinviare la soluzione.

(*) direttore “Il Momento” (Forlì-Bertinoro)

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