25 Aprile, non si fischia chi parla di libertà e pace

Ci ha profondamente ferito quanto è successo a Pavia, in piazza Italia, per il 74° anniversario della Liberazione. Le urla e i fischi con i quali un gruppo di partecipanti alla manifestazione ha cercato in ogni modo di coprire le parole del rettore Fabio Rugge, non avevano nulla a che vedere con lo spirito del 25 Aprile. In democrazia c’è sempre spazio per il confronto. Ma il tutto deve restare, appunto, in un contorno democratico

È opportuno tornare su quanto è successo a Pavia in occasione della cerimonia ufficiale del 25 Aprile. Lo diciamo con franchezza: non è stato un bello spettacolo. Non entriamo nel merito delle polemiche che hanno preceduto il 74° anniversario della Liberazione. È legittimo che singoli cittadini, associazioni o partiti non abbiano gradito il percorso seguito per la scelta dell’oratore: in democrazia c’è sempre spazio per il confronto. Ma il tutto deve restare, appunto, in un contorno democratico. Partendo da questa premessa, ci ha profondamente ferito quanto è successo in piazza Italia. Le urla e i fischi con i quali un gruppo di partecipanti alla manifestazione ha cercato in ogni modo di coprire le parole del rettore Fabio Rugge, non avevano nulla a che vedere con lo spirito del 25 Aprile. Per esprimere il dissenso potevano esserci altri metodi: oltre a voltare le spalle all’oratore, si poteva non applaudire, oppure abbandonare la piazza. Ma perché impedirgli di parlare e non consentire a tanti altri di ascoltare il suo discorso? Se chi ha urlato e fischiato fosse rimasto qualche minuto in silenzio, forse avrebbe ascoltato il prof. Rugge mentre esaltava i valori di libertà e pace come principale eredità della Resistenza: valori che il rettore ha invitato a mettere in campo anche oggi, in particolare da parte dei giovani, per contrastare egoismi e chiusure che stanno diffondendosi in tante parti del mondo. Non è forse questo un discorso da antifascista? Prima di comportarci come se fossimo allo stadio, non guasterebbe mai una piccola riflessione.

(*) direttore “Il Ticino” (Pavia)

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