Per una società aperta

Nel suo breve viaggio in Marocco, ancora una volta Papa Francesco ha invitato tutti ad una dialogo vero che abbatta tutti i muri per costruire ponti

Rabat, 30 marzo: viaggio apostolico di Papa Francesco in Marocco - Firma appello per Gerusalemme con Re Mohammed VI (Foto Vatican Media/SIR)

La visita di Papa Francesco al Re Mohammed VI in Marocco si connota certamente come una ulteriore bella pagina della nostra storia. A distanza di ben ottocento anni dalla visita di un altro Francesco, il Santo di Assisi, al Sultano al-Malik al-Kamir, un Papa visita queste terre portando una chiara testimonianza di come il dialogo possa e debba essere sempre e comunque costruito attraverso gesti concreti che vanno ben oltre le semplici parole.
Il Papa si è recato in questo paese con l’umiltà di chi offre tutto il suo aiuto per la costruzione di una fratellanza che superi ogni barriera e che riconosca pienamente la sacralità della dignità di ogni essere umano.
Papa Francesco pronuncia ben quattro discorsi e lancia un messaggio di pace a trecentosessanta gradi. E lo dimostra con i fatti, due in modo particolare. Il primo è dato dalla firma sua e del Re Mohammed VI sull’appello comune per Gerusalemme come “Patrimonio comune dell’umanità”, affinché nella pace possano convivere i rappresentanti delle tre grandi religioni monoteiste. Il secondo grande gesto di fraternità di Papa Francesco è stato la sua visita all’Istituto di formazione per Imam. Primo Papa che compie tale gesto e che in silenzio ascolta le testimonianze degli studenti. La terra del Marocco ospita una piccolissima minoranza di cattolici, circa 30 mila, una percentuale che non arriva nemmeno all’1% della popolazione, ma ad ascoltare il Pontefice di Roma non sono solo i cattolici, ma anche tantissimi altri, fedeli di altra religione che con la loro presenza testimoniano la volontà a costruire una nuova società “aperta, plurale e solidale”.
E, per far questo, ribadisce Papa Francesco, occorre “sviluppare ed assumere costantemente e senza cedimenti la cultura ed il dialogo come strada da percorrere; la collaborazione come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio”.
“È infatti indispensabile – continua – opporre al fanatismo e al fondamentalismo la solidarietà di tutti i credenti, avendo come riferimenti inestimabili del nostro agire i valori che ci sono comuni”.
Papa Francesco si sofferma con decisione sull’importanza del rispetto della dignità della persona umana: “ nel rispetto delle nostre differenze, la fede in Dio ci porta a riconoscere l’eminente dignità di ogni essere umano, come pure i suoi diritti inalienabili”. Papa Francesco ricorda anche eventi mondiali che sono stati celebrati in questa terra: “la Conferenza internazionale sui diritti delle minoranze religiose nel mondo islamico, tenutasi a Marrakech nel gennaio 2016 … la creazione dell’Istituto Ecumenico Al Mowafaqa, a Rabat, nel 2012, per iniziativa cattolica e protestante… la Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici, Cop 22… (che) …ha attestato ancora una volta la presa di coscienza di molte Nazioni della necessità di proteggere il pianeta in cui Dio ci ha posto a vivere e di contribuire a una vera conversione ecologica per uno sviluppo umano integrale”.
Il Papa in terra marocchina ha anche parlato di migranti e ad “un cambiamento di disposizione … che li affermi come persone, non come numeri, che ne riconosca nei fatti e nelle decisioni politiche i diritti e la dignità”. Ancora una volta Papa Francesco invita tutti ad una dialogo vero che abbatta tutti i muri per costruire ponti.

(*) direttore “L’Araldo Abruzzese” (Teramo-Atri)

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