La bontà generativa

In questi giorni abbiamo vissuto la settimana di azione contro il razzismo. Servono tante piccole e grandi azioni quotidiane, tanti piccoli semi per costruire un presente e un futuro migliori, per far crescere il bene possibile

“Non si temano la bontà e la carità! Esse sono creative e generano una società pacifica, capace di moltiplicare le forze, di affrontare i problemi con serietà e con meno ansia, con maggiore dignità e rispetto per ciascuno e di aprirsi a nuove occasioni di sviluppo”. Ancora una volta le parole del Papa sono spiazzanti nella loro semplicità, arrivano dritte, senza possibilità di essere fraintese, manipolate, strumentalizzate. Le ha pronunciate martedì nella sua visita in Campidoglio. Parlando alla città di Roma, parla a tutti noi. Ci dice di non avere paura della bontà, che qualcuno denigra riducendola a buonismo. Di vivere la carità, che non è dare perdendo ogni cosa (quanta paura abbiamo di perdere la nostra “roba”!), ma, semmai, condividere, che è ancora più impegnativo, ma arricchente. Arricchente, sì, perché bontà e carità sono “generative”, fanno nascere esperienze, fanno crescere rapporti, in una parola, fanno vivere pienamente.
Il Papa parla di cultura dell’incontro e di ecologia integrale. Argomenti non così lontani perché l’inquinamento non è soltanto quello della plastica e dei gas di scarico, ma anche l’odio che ci intossica e ci soffoca. In questi giorni abbiamo vissuto la settimana di azione contro il razzismo. Servono tante piccole e grandi azioni quotidiane, tanti piccoli semi per costruire un presente e un futuro migliori, per far crescere il bene possibile.

(*) direttore “La Fedeltà” (Fossano)

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