Eurostat ci condanna per la scarsa occupazione

Il contesto in cui si è sempre mossa la Basilicata è quello in cui l’industria manifatturiera ha registrato pochi e insufficienti segnali di attività, inadatti ad affrontare un fenomeno epocale di ristagno del mercato del lavoro. È così che aree come la Basilicata, e in particolare il Materano, continuano a risentire dell’onda lunga di questa fase afflitte, come sono, da una storia di disoccupazione e crisi dalla quale non riescono ancora da emergere in modo adeguato. Matera potrebbe sfruttare le sue risorse naturali per aggredire la fetta di mercato che il nord Europa ha da tempo sfruttato, affascinandoci con le passeggiate in bici ad Amsterdam o sulle piste ciclabili attorno ai mulini a vento

Matera

Secondo i dati forniti dall’Istituto statistico europeo Eurostat, nel 2017 la Basilicata è stata la regione in tutta Europa in cui si è registrato il minor aumento dell’occupazione, registrando un 2,7% che la pone prima di aree come la Lituania.
Causa ed effetto di una fase di recessione che colpisce il mondo, e quindi anche noi? Forse? Risultato di politiche del lavoro sbagliate messe in atto dai governi di questi ultimi anni? Molto più probabile.
Il contesto in cui si è sempre mossa la Basilicata è quello in cui l’industria manifatturiera ha registrato pochi e insufficienti segnali di attività, inadatti ad affrontare un fenomeno epocale di ristagno del mercato del lavoro.
È così che aree come la Basilicata, e in particolare il Materano, continuano a risentire dell’onda lunga di questa fase afflitte, come sono, da una storia di disoccupazione e crisi dalla quale non riescono ancora da emergere in modo adeguato.
Il “miracolo” Fiat si è da tempo affievolito e restano nei nostri territori i tentativi di alcuni giovani di ricorrere all’impresa individuale per evitare di lasciare la propria terra e, al tempo stesso, mettere in atto una reazione personale alla rassegnazione che non appartiene loro.
La generazione 5.0 sarà lo strumento adatto? A condizione che le politiche ambientali, di mobilità, energetiche, riescano a scalfire le consuetudini, una regione più verde e aperta alle nuove tecnologie potrebbe forse rappresentare una delle vie da percorrere anche in termini di nuova occupazione.
Invertire, però, la tendenza richiede tempi e modalità ben precise alle quali ognuno dei noi deve contribuire.
Non vi sembri strano che anche la raccolta differenziata possa contribuire allo sviluppo di nuove realtà produttive e occupazionali; lo stesso si dica della mobilità alternativa con un uso maggiore dei mezzi pubblici e, se possibile, un incremento dei bus elettrici. Intorno a queste modalità infatti possono muoversi piccole aziende di car o bike sharing, di turismo alternativo, di sviluppo dell’offerta enoturistica attraverso percorsi naturalistici.
Matera, dunque, potrebbe sfruttare le sue risorse naturali per aggredire la fetta di mercato che il nord Europa ha da tempo sfruttato, affascinandoci con le passeggiate in bici ad Amsterdam o sulle piste ciclabili attorno ai mulini a vento. Una magia che muove un indotto non marginale e che in un luogo circondato dalla natura e stretto in un rapporto simbiotico con il territorio, risulterebbe vincente.
Saremmo, così, in grado di sconfiggere i freddi numeri delle statistiche e ritrovare la nostra vera anima.

(*) direttrice “Logos” (Matera-Irsina)

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