Come governare per la sicurezza?

Dovremo renderci conto che i problemi della sicurezza riguardano molti aspetti e che non basta tenere 300 profughi in mare, senza possibilità di sbarco in nessun porto, a farci ritenere sicuri. Gli allarmi sono puntati dalla parte sbagliata. I nemici della sicurezza sono già dentro i confini e non hanno bisogno di porti per sbarcare. Era già evidente da tempo, ma ora è lampante

Dovremo renderci conto che i problemi della sicurezza riguardano molti aspetti e che non basta tenere 300 profughi in mare, senza possibilità di sbarco in nessun porto, a farci ritenere sicuri. A Pesaro, una città tranquilla, la sera di Natale è stato commesso un omicidio dalla ‘ndrangheta contro un uomo protetto dallo Stato; un uomo innocente, colpevole solo di essere fratello di un pentito. Questo la dice lunga su una sicurezza che non c’è. È inutile che il signor ministro degli Interni dica che i marchigiani sono più forti e non si faranno abbattere e che “chi ha colpa pagherà”, perché è lui il primo responsabile di quella sicurezza mancata. Oppure che corra a Catania per rassicurare gli abitanti mentre le loro case non sono sicure.
Governare significa assumersi le responsabilità, non solo mettersi le divise prima della polizia e dopo dei vigili del fuoco. Oppure, ancora, che affermi di voler parlare con gli ultras delle tifoserie dopo che a Milano ci sono stati scontri e un morto. La sicurezza a Milano, sua città natale, non è stata garantita dal decreto a ciò finalizzato. Nel suo concetto di sicurezza qualcosa non va. Non basta curare l’immagine di sé, mostrarsi come un uomo comune che governa.
Governare richiede competenza, saggezza e prudenza; poi si può ingoiare nutella finché si vuole. Occorre prendere atto che lo Stato è stato sconfitto, che il governo è stato sconfitto dai killer della malavita calabrese; che ci sono gravi falle nell’organizzazione della sicurezza e che le insicurezze non sono dovute a immigrati e rifugiati. Come dice il documento di Papa Francesco per la Giornata della Pace 2019: “Non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza. Va invece ribadito che la pace si basa sul rispetto di ogni persona, sul rispetto del diritto e del bene comune, del creato che ci è stato affidato e della ricchezza morale trasmessa dalle generazioni passate”.
Gli allarmi sono puntati dalla parte sbagliata. I nemici della sicurezza sono già dentro i confini e non hanno bisogno di porti per sbarcare. Era già evidente da tempo, ma ora è lampante.
Cari fratelli che ci governate, fate bene il vostro dovere senza più voler fare solo propaganda.

(*) direttore “Il Momento” (Forlì-Bertinoro)

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