“Mala movida” a Pavia: gli abitanti del centro storico valutano una “class action”

La situazione è peggiorata in queste sere d’estate. I residenti del comitato “Piazza Pulita” chiedono di essere ascoltati

Sono esasperati i residenti del centro storico di Pavia: chiasso a tutte le ore del giorno (e soprattutto della notte), musica, canti e balli continui, ragazzi ubriachi, sporcizia generale. E ora hanno deciso di riunirsi, allargare il comitato e valutare la possibilità di intraprendere una “class action”, ovvero chiedere un risarcimento attraverso una via legale. “Il comitato ‘Piazza Pulita’, nato circa 3 anni fa, si è oggi allargato e ha intenzione anche di cambiare il proprio nome per non limitarsi più solo alla Piazza del Duomo, che pure rimane il centro dell’attenzione di tanti – ha chiarito Nori Dainotti, che ha preso parte, con Paolo Fornelli, Catia Scarabelli, Francesco Mastrandrea e Maria Grazia Losa all’ultima riunione che si è svolta nella mattinata di lunedì 9 luglio, indetta per fare il punto sulla situazione -. Sono tanti i cittadini che risiedono in centro che hanno aderito e che ci segnalano quotidianamente situazioni di tensione divenute ormai senza un’apparente soluzione: vorremmo rappresentarli adeguatamente, anche con un nome nuovo”.

“In tutto oggi siamo più di cinquecento persone – ha sottolineato Paolo Fornelli -: abitiamo tutti sull’ asse ‘caldo’ che comprende Piazza del Duomo, via Bossolaro, Piazza Vittoria, via Siro Comi, Piazza Cavagneria, Piazzetta san Marino; poi ci sono, invece, quelli che abitano nelle vie limitrofe troppo spesso utilizzate dalla ‘mala movida’ per ‘scaricare’ bisogni impellenti: penso a via Menocchio e a via Teodolinda o piazza del Lino, ma anche ad altre strade come via Cardano e via dei Liguri. Da tre anni a questa parte siamo stati ricevuti spesso anche dalle istituzioni, ma purtroppo la situazione è andata peggiorando sempre di più: per questo stiamo cercando di capire se ci sono i margini per promuovere una ‘class action’, anche perché siamo davvero stanchi”.

La “class action” è un mezzo per far valere, in via giudiziaria, la tutela di un diritto: può essere avviata anche nei confronti di pubbliche amministrazioni, che non abbiano difeso gli interessi di un gruppo di cittadini.

“Il problema peggiore – ha aggiunto Fornelli – rimane il rumore: non diciamo che i ragazzi e gli studenti non debbano divertirsi, per carità! Ma pensiamo che ci voglia almeno un limite di orario: conosco persone che per dormire qualche ora di notte sono costrette, in casa loro, a rifugiarsi nello sgabuzzino. Nelle vie e nelle piazze più piccole di Pavia i rumori sono amplificati, basta un gruppo di una decina di persone con un paio di bonghi per non dormire più per tutta la notte”.

Stando alle “rilevazioni” dei residenti, il chiasso non cessa fino alle 4.30-5 del mattino, ora in cui di solito entrano in azione i mezzi per la pulizia delle strade che entrano in azione presto per liberare il centro dai rifiuti della “mala movida”, disseminati ovunque: un problema che diventa ancora più urgente in queste sere d’estate.

“Pavia è una bella città e ci dispiace vederla maltrattata – ha proseguito Nori Dainotti -: abbiamo contato, in una sera, più di 400 persone sedute sui gradini del Duomo, abbiamo visto con i nostri occhi ragazzi prendere a male parole il parroco della Cattedrale, don Ernesto Maggi, solo perchè aveva chiesto, con gentilezza, maggiore rispetto. Abbiamo intenzione anche di chiedere al Vescovo di riceverci: anche dalle parole da lui pronunciate in occasione del 530° anniversario dalla posa della prima pietra del Duomo, abbiamo riscontrato che c’è un interesse crescente nei confronti della piazza”.

(*) Il Ticino

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