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Un sindaco, personaggio pubblico, non ha nessun diritto di aggirare la legge dello Stato, producendo un atto che non ha valore giuridico (e gli uffici hanno fatto bene a esprimere un parere negativo!). Si tratta – in realtà – solo di una scelta politica, tesa a imporre il proprio pensiero al di là di una consultazione parlamentare o popolare. Questa non è democrazia.

Comunicato dell’Ufficio Stampa del Comune di Crema (6 maggio): “Con un atto di trascrizione svolto dall’Ufficio anagrafe e firmato come Ufficiale di Stato Civile dal sindaco Stefania Bonaldi, il Comune di Crema ha riconosciuti i due padri – e non uno soltanto – a due fratellini nati Oltreoceano. (…) A fronte di un parere negativo degli uffici stante la carenza normativa, il sindaco ha deciso di riconoscere la doppia genitorialità.” Ed ecco la motivazione: “La vita appartiene a tutti, non solo a chi vorrebbe normarne le strade di accesso. Non possiamo fermarla se arriva da un legame d’amore, ma non possiamo nemmeno decidere che un legame d’amore deve somigliare a ciò che rappresenta per alcuni, fossero anche la maggioranza. Il nostro Paese ha ormai imboccato la strada dei diritti. (…) Anche a Crema abbiamo deciso di aprire le porte”. Decisione ampiamente propagandata con foto della firma e della firmataria in posa.

Noi ci permettiamo di dissentire.

Innanzitutto per la forzatura legislativa. Un sindaco, personaggio pubblico, non ha nessun diritto di aggirare la legge dello Stato, producendo un atto che non ha valore giuridico (e gli uffici hanno fatto bene a esprimere un parere negativo!). Si tratta – in realtà – solo di una scelta politica, tesa a imporre il proprio pensiero al di là di una consultazione parlamentare o popolare. Questa non è democrazia.

Il sindaco parla di vita, di amore e di diritti. Ma i diritti sono innanzitutto quelli dei bambini. È un falso dire che i due uomini sono genitori, perché almeno uno di essi non ha generato, e due uomini non possono generare! Dove sono la mamma o le mamme di questi bambini? Non possono essere nati senza una donna che per lo meno li ha tenuti in grembo per nove mesi. Non avranno mai il diritto di conoscerla e di amarla? Non godranno mai dell’affetto di una mamma? Il sindaco critica chi vuol “normare le vie di acceso alla vita”: sostiene dunque che la vita possa essere prodotta in qualsiasi modo? Anche con l’utero in affitto, forma di moderna schiavitù? Che possa essere anche comperata? E questo è forse “amore”?

È sempre il tema dei desideri trasformati in diritti e della soddisfazione di questi desideri a tutti i costi. Le regole della procreazione non le ha inventate qualcuno, ma stanno nella stessa natura. E nel rispetto della natura e della ragione la Chiesa continua ad affermare che ogni bambino per crescere in modo sereno ha il bisogno primario di avere un padre e una madre.

Questo è vero amore!

(*) direttore “Il Nuovo Torrazzo” (Crema)

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