Questione di principio… di campagna

L’ambiente dovrebbe stare a cuore a tutti. Ma facciamo ancora fatica a capirlo e comportarci di conseguenza

Da oggi e fino alle urne tutto o quasi è a rischio propaganda elettorale, dal taglio del nastro di un’opera pubblica alla critica per un mancato taglio del nastro, dalle spese folli per i portaborse alle… borse della spesa. E così anche le buste biodegradabili a pagamento diventate obbligatorie per frutta e verdura, pur tra mille questioni – diciamolo – un po’ più serie, hanno finito per scalare la classifica delle notizie tenendo banco in questi primi giorni dell’anno. Ma è sbagliato dire che si tratta di una questione poco seria. Al di là della legge in sé, della sua applicazione, il tema della salvaguardia dell’ambiente è terribilmente serio. E spiace che passi in secondo piano per concentrarsi invece sulle solite contrapposizioni destra, sinistra, centro. Quelle sì, spesso poco produttive e molto inquinanti.

L’ambiente dovrebbe stare a cuore a tutti. Ma facciamo ancora fatica a capirlo e comportarci di conseguenza. E così, mentre ci lamentiamo per i rifiuti abbandonati per strada siamo ancora tentati dal ragionamento “pago i rifiuti, se li vengano a prendere, perché devo pure differenziarli?”. Vorremmo l’isola pedonale, ma poi siamo i primi a prendere l’auto per fare 300 metri e girare come trottole imprecando per la mancanza di parcheggi… E gli esempi potrebbero continuare. Solo il costo ci fa fermare a riflettere. Ma deve essere visibile, lampante.

Il problema è che l’ambiente non è soltanto questione di costi. Fino a quando tra due lampadine che hanno lo stesso costo non sceglieremo quella che consuma e inquina di meno, non potremo dire di avere capito la lezione. E allora anche le bio-borse non saranno viste come un tentativo di salvare l’ambiente, ma solo come un costo. O una questione di principio… di campagna elettorale.

(*) direttore “La Fedeltà” (Fossano)

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