Rigopiano. A Farindola apre “La Cuccumella”: “Non potevamo restare prostrati nel dolore”

Ha aperto i battenti il ristorante, pizzeria e albergo La Cuccumella, tratto dal nome dialettale di un recipiente. Una nuova attività economica sostenuta dalla Chiesa italiana, che ha investito 250mila euro di fondi dell’otto per mille con l’auspicio che torni a essere quel volano per l’economia locale che è stato l’Hotel Rigopiano

A soli sei mesi dalla terribile valanga che lo scorso 18 gennaio ha spazzato via l’Hotel Rigopiano insieme alla vita di 29 persone, tra cui quelle di alcuni giovani dipendenti del resort, a Farindola (Pescara) la speranza è ripartita dal ristorante, pizzeria e albergo La Cuccumella, tratto dal nome dialettale di un recipiente. Una nuova attività economica sostenuta dalla Chiesa italiana, che ha investito 250mila euro di fondi dell’otto per mille con l’auspicio che torni a essere quel volano per l’economia locale che è stato l’Hotel Rigopiano.

Non a caso, alla cerimonia inaugurale domenica 23 luglio ha voluto partecipare personalmente il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, monsignor Nunzio Galantino: “A differenza di qualche mese fa – ha detto il vescovo -, le lacrime di stasera sono di speranza. La speranza di un gruppo di ragazzi che si ritrovano insieme, con il coraggio e la voglia di ricominciare. Ma tante volte non basta sperare o volere, serve qualcuno che ti dia una mano e che oltre alle parole ci metta la faccia.

Ecco, la Chiesa italiana lo sta facendo non da oggi. Avete tutti ringraziato la Cei, ma sono io che ringrazio voi perché i soldi che abbiamo riportato qui sono vostri. Abbiamo riportato qui i soldi dell’otto per mille, come li riportiamo ogni volta che si costruisce una chiesa nuova o un nuovo centro pastorale”.

Paolo Misero, il sindaco di Farindola e don Francesco Soddu

Insieme al segretario generale della Cei, ha partecipato all’inaugurazione anche il direttore di Caritas italiana, che ha condiviso il nuovo progetto per la rinascita di Farindola. “Abbiamo voluto lasciare un segno ha detto don Francesco Soddu -, che però non deve restare chiuso in se stesso, ma deve diventare attrattore di altre risorse che nel territorio ci sono le quali devono mettersi in moto”.

Un segno, quello lasciato dalla Chiesa italiana, realizzato concretamente attraverso il fondamentale supporto dell’arcidiocesi di Pescara-Penne, vicina fin dal primo giorno alla comunità farindolese partendo dall’arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti: “Prima del terremoto del 2009 a L’Aquila e di quest’ultimo – ha ricordato – nel 2002, da vescovo di Termoli-Larino, ho vissuto anche il terremoto di San Giuliano di Puglia. Sia allora che nelle vicende ultime, ho sperimentato la vicinanza della Chiesa italiana. Abbiamo vissuto un momento di grande sofferenza e di grande dolore, ma in esso non potevamo rimanervi prostrati. Dovevamo rimettere al centro la speranza e

se questo, per la nostra zona, è il primo segno di speranza, ben venga anche per tutti coloro che ci hanno lavorato, per tutti coloro che ci hanno creduto e per la Chiesa italiana, che ci ha dato una mano a realizzarlo.

Una dimostrazione, quest’ultima, che la carità non ha confini. Essa è per chi soffre, per chi ha difficoltà, che sia vicino a noi o che sia lontano da noi, che sia una persona che viva in mezzo a noi o che siano una persona che viene lontano da noi. A prescindere, questa persona ha bisogno di essere amata nella stessa maniera”.

Il ristorante La Cuccumella

Dunque, la speranza riparte da sette ragazzi, ex dipendenti dell’Hotel Rigopiano, per lo più venticinquenni, Paolo Misero, Alessandro Iezzi, Alice Misero, Grazia Colangeli, Federica Colangeli, Fiorella Costantini e Giovanni Nebbioso, che hanno fondato la Cooperativa Turismo terre vestine, la quale gestirà la nuova struttura ricettiva – con 100 posti a sedere nel ristorante, 12 posti letto e una piscina: “Giovedì 27 luglio abbiamo aperto ufficialmente al pubblico – dice Paolo Misero, presidente della cooperativa -. È una bella sfida, ma noi siamo pronti ad accettarla – col pensiero rivolto ai nostri amici che non ci sono più -, servendo ai nostri clienti le migliori specialità abruzzesi con tutta l’esperienza acquisita all’Hotel Rigopiano”.

Da questo punto di vista, è stata notevole l’assistenza assicurata dalla Caritas diocesana di Pescara-Penne, ancora prima che nelle opere materiali, soprattutto nel restituire la serenità ai giovani ex dipendenti dell’Hotel Rigopiano i quali, sotto quelle macerie, hanno perso alcuni tra i loro più preziosi amici e colleghi. «Ci abbiamo creduto fin dall’inizio – racconta il direttore don Marco Pagniello -, perché l’economia del posto ruotava intorno al resort di Rigopiano e anche ora non poteva essere altrimenti. Grazie soprattutto all’equipe Caritas, con i nostri assistenti sociali e gli psicologi che hanno sostenuto i ragazzi, aiutando loro a elaborare il lutto e a ripartire senza scoraggiarsi”.

Grande, infine, la soddisfazione dell’amministrazione comunale: “Un giorno di sole dopo giorni bui – afferma Ilario Lacchetta, sindaco di Farindola -, grazie a un messaggio di speranza che la Chiesa ci ha dato e che siamo stati capaci di raccogliere, con entusiasmo e voglia di ricominciare”.

(*) redattore del portale La Porzione.it (diocesi di Pescara-Penne)

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