Scuola, un assalto. Quanti, però, hanno la vocazione?

Nelle nostre scuole ci sono straordinarie maestre e notevolissimi professori, ma anche docenti mediocri e alcuni scansafatiche. Pensando al bene dei nostri figli e della società non vorremmo che proprio le fila di questi ultimi si ingrossassero. Temiamo che l'aumento degli aspiranti docenti si debba all'idea del posto sicuro finché si campa o delle vacanze lunghe. Questo dev'essere l'ultimo pensiero. Prima ci sono i bambini e i ragazzi

Scuola in Italia: sono più di 700mila le domande per il rinnovo delle graduatorie di istituto. Pare siano 220mila in più rispetto a tre anni fa. Sono numeri impressionanti, come impressionante è il trend di crescita. Pare che entrare nella scuola sia il desiderio di un numero sempre più alto di giovani. Questo nonostante si sappia che le cattedre sono poche, che la concorrenza è tanta, che i tempi sono lunghi.
Quello che lascia un po’ perplessi è la gran corsa ad un posto a scuola. Lo diciamo perché abbiamo un’altissima considerazione del valore della scuola, fondamento – insieme alla famiglia – della società. E proprio perciò siamo convinti che insegnare non sia cosa per tutti. Che servono competenze e passione: cose non da tutti. Che occorrono capacità di sacrificio, pazienza e attitudine al rapporto con altre persone: talenti non diffusissimi.
Nelle nostre scuole ci sono straordinarie maestre e notevolissimi professori, ma anche docenti mediocri e alcuni scansafatiche. Pensando al bene dei nostri figli e della società non vorremmo che proprio le fila di questi ultimi si ingrossassero.
Temiamo che l’aumento degli aspiranti docenti si debba all’idea del posto sicuro finché si campa o delle vacanze lunghe. Questo dev’essere l’ultimo pensiero. Prima ci sono i bambini e i ragazzi. Prima di prenderlo, l’insegnante, facciamogli l’esame vero: “Hai la vocazione ad educare?”.

(*) “Gente Veneta” (Venezia)

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