Per un turismo autentico

È ora di passare all’altra sponda, intangibile ma reale, della mente e del cuore, della verità e della bellezza. Diversamente, la sfida di un turismo autentico che possa contribuire alla salvezza della Casa Comune si spegne prima di nascere

All’approssimarsi della stagione estiva, la politica si scuote a raccapezzare i disagi occasionali che si ripetono ogni anno. Si può ancora subire un turismo di massa mordi e fuggi che porta, specie nelle grandi città, più problemi che vantaggi? Regole, veti, numero chiuso non rappresentano una soluzione. L’assurdo è che ciò avvenga in un Paese immerso nei beni culturali e ambientali e che la politica non se ne renda pienamente conto. Per riqualificare i beni culturali e ambientali l’Italia ha bisogno di rifarsi la faccia e il cuore con una cultura di verità e di bellezza che oggi purtroppo le manca.

Ci fu un momento della storia in cui, insoddisfatta di essere uscita dall’età di mezzo, il medioevo, ritenuta oscura e barbarica, accarezzò la voglia di riacquisire le sue origini classiche greco-romane. Dal miscuglio e dalla naturale continuità fra medioevo e classicità seguirono due secoli di splendore, il Rinascimento.

L’Italia oggi deve riappropriarsi della sua storia, senza esclusioni, soprattutto dell’età di mezzo: le abbazie, i conventi, le pievi, le cattedrali, lo stile gotico che non è barbarico dei borghi e delle città murate. Un museo a cielo aperto che richiama il viaggiare. Soprattutto deve riappropriarsi della storia, della letteratura, della poesia, dell’arte… Ha bisogno cioè ,davvero, di un moderno Rinascimento. È oggi proprio la Chiesa a ricordare agli italiani, nella riflessione dei vescovi in vista della “Giornata per la custodia del creato” (1° settembre a Gubbio) e sulla scia della Laudato si’, l’esperienza del viaggiare.

Un richiamo dal forte senso storico e religioso: Abramo è un errante, Giacobbe un emigrante, Mosè un itinerante. Ma è Gesù che spiana ai discepoli l’orizzonte: “Passiamo all’altra riva” e li invita ad andare nel mondo ad annunciare la Buona Notizia, quasi un programma di vita umana e cristiana. So che al mondo di oggi non piace unire questi due termini, in nome di una cultura che in realtà non ha pensiero, perché si ferma al tangibile. È ora di passare all’altra sponda, intangibile ma reale, della mente e del cuore, della verità e della bellezza. Diversamente, la sfida di un turismo autentico che possa contribuire alla salvezza della Casa Comune si spegne prima di nascere.

(*) direttore “Il Nuovo Amico” (Pesaro-Fano-Urbino)

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