È Risorto: come Lui anche noi

La sua Resurrezione, essendo il più grande dei miracoli, diventa per noi, oltre che immagine, prova. Nei tre anni di annuncio ripete spesso: “Se non credete alle mie parole credete ai fatti che compio” e si propone credibile per l’assoluta sua integrità morale, nessuno può convincerlo di peccato

Una prima immagine pasquale. La Deposizione del corpo di Gesù abbandonato nel grembo della Madre, gruppo scultoreo di rara bellezza di Michelangelo. Sarà poi abbandonato alla terra nel sepolcro, preparato in fretta a causa del riposo sabbatico, e avvolto nel lenzuolo dalle pie donne con l’aiuto di due discepoli illustri, Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Era venerdì prima del tramonto. La domenica mattina all’alba, le pie donne tornano al sepolcro per rifinire l’opera della sepoltura e lo trovano aperto. Due angeli annunciano: “Non è qui, è Risorto”, Gesù aveva ripreso le sue spoglie e aveva lasciato afflosciato ma ordinato il lenzuolo (Sindone). Poi rimane sulla terra quaranta giorni per confermare nella fede i suoi discepoli.

“È veramente Risorto”. Quella è storia autentica e questo l’insegnamento: come Lui anche noi, anche se il sabato dell’abbandono sarà molto più lungo. La sua Resurrezione, essendo il più grande dei miracoli, diventa per noi, oltre che immagine, prova. Nei tre anni di annuncio ripete spesso: “Se non credete alle mie parole credete ai fatti che compio” e si propone credibile per l’assoluta sua integrità morale, nessuno può convincerlo di peccato. Straordinario l’incontro, estremo e sincero, con il procuratore romano Ponzio Pilato qualche ora prima di morire in croce. Questi gli chiede se sia veramente re come dicono. E Gesù risponde: “Sì, sono veramente re…. ma il mio regno non è di questo mondo. Sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla Verità”. Pilato ammirato e perplesso: “Che cos’è la Verità?”. Quindi si alza in piedi e lo propone “Ecce Homo”: è il suo giudizio di una implicita sincerità intellettuale. Ma poi ne farà uso politico, a suo favore, e lo condannerà come re dei giudei. Beffa per i giudei e forse corona d’alloro per Pilato.

Al di fuori delle intenzioni e al di sopra del contesto, quell’Ecce Homo esposto assume un significato religioso davvero straordinario come immagine dell’uomo vero nel quale ognuno dovrebbe configurarsi e sul quale poggia il fondamento della speranza nella Resurrezione. Infatti, nel momento del commiato da una persona cara, benedicendo le sue spoglie non manco mai di precisare: “… ma non è qui, è nella casa del Padre, in attesa di riassumere ciò che le è stato tolto, il corpo”. Parole che ripeto anche nella celebrazione dei Santi: “Portate pure fiori, onorate le spoglie, ma ricordate che i vostri cari non sono qui, sono in attesa della RESURREZIONE”.

(*) direttore “Il Nuovo Amico” (Pesaro-Fano-Urbino)

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