A Nola la marcia “diritti al futuro” per tutti i ragazzi

In piazza Duomo si è conclusa oggi la manifestazione con testimonianze di studenti, canti e il saluto dell'arcivescovo Beniamino Depalma. "Il Festival dei diritti dei ragazzi - spiega il presule - si inserisce nel percorso 'la Chiesa per la scuola', che è promosso dalla Cei e che vedrà anche gli studenti della nostra diocesi partecipare numerosi all'incontro con Papa Francesco del 10 maggio"

Oltre duemila e cinquecento. Tanti sono gli studenti che oggi, giovedì 10 aprile, hanno invaso pacificamente la città di Nola per la marcia dei “diritti al futuro” che conclude il Festival dei diritti dei ragazzi promosso dall’Ufficio scuola della diocesi di Nola e dalla Cooperativa Irene ’95 di Marigliano, in collaborazione con scuole e associazioni del territorio. Alla marcia hanno partecipato, tra gli altri, monsignor Beniamino Depalma, arcivescovo-vescovo di Nola, i sindaci di Nola, San Vitaliano, Scisciano e Marigliano, i dirigenti scolastici e i docenti delle scuole aderenti. La marcia è partita da piazza D’Armi a Nola per raggiungere piazza Duomo dove si è conclusa la manifestazione con testimonianze di studenti, canti e il saluto di monsignor Depalma. “Il Festival dei diritti dei ragazzi – spiega il presule al Sir – s’inserisce nel percorso ‘la Chiesa per la scuola’, che è promosso dalla Cei e che vedrà anche gli studenti della nostra diocesi partecipare numerosi all’incontro con Papa Francesco del 10 maggio prossimo. Attraverso il Festival, l’Ufficio scuola della diocesi ha dato concretezza all’alleanza educativa tanto auspicata tra scuola e territorio, tra scuola, famiglia, Chiesa e istituzioni. Significativo è che oggi alla marcia hanno partecipato non solo i dirigenti scolastici e i docenti, ma anche genitori e amministratori locali”.

Promuovere i diritti. Il Festival è nato con l’intento di promuovere i diritti di bambini e adolescenti troppo spesso vittime di violazioni. Lo scopo è tutelare i più piccoli e garantire il rispetto totale dei loro diritti. Le manifestazioni sono iniziate il 29 marzo e sono terminate oggi; hanno coinvolto scuole, associazioni ed enti locali tra Marigliano, Nola, Somma Vesuviana e zone limitrofe. Alla base dell’iniziativa c’è una “carta degli intenti”, adottata da docenti, operatori sociali, educatori, che hanno scelto di “cooperare” nell’ambito del vasto mondo dei diritti umani e in particolare dei diritti dei ragazzi. “Siamo convinti che di fronte alla crisi culturale che ci circonda la prima cosa da fare sia ricostruire gli alfabeti di convivenza, preoccuparci innanzitutto di curare lo sguardo educativo sulle cose, la natura, il creato; far emergere il filo misterioso, ma nettamente percepibile, che ci collega e che ci fa uno”, si legge nella carta degli intenti. Nell’ambito del Festival sono stati organizzati laboratori, convegni, seminari, momenti di gioco e sport, spettacoli teatrali, proiezioni di film.

Cooperare per il bene dei ragazzi. “Siamo convinti che i problemi del nostro territorio debbano essere risolti dalla politica, ma non meno importante è l’educazione, per la quale ci dobbiamo impegnare a 360 gradi, partendo dai più piccoli – spiega don Virgilio Marone, direttore dell’Ufficio scuola della diocesi di Nola -. Questo obiettivo è stato condiviso, oltre che dalla Cooperativa Irene ’95, anche dalle scuole e dalle associazioni del territorio”. Nei dodici giorni del Festival, racconta don Marone, sono emerse alcune parole chiave, come “bello e cooperazione”. “Quando abbiamo girato per le scuole per visitare le mostre allestite – afferma -, abbiamo sempre sentito da parte di tutti un commento: ‘Che bella iniziativa, è stato bello lavorare con voi, un percorso bello’. Ma non solo: in un seminario sul conflitto, una professoressa mi ha detto che uno degli aspetti che ha apprezzato di più del Festival è stato che le scuole non si sono messe in competizione tra di loro, ma hanno cooperato per la buona riuscita dell’iniziativa”. Tanto l’entusiasmo anche da parte dei ragazzi: “Hanno scoperto, tra le altre cose, che esiste anche un diritto al gioco, non alternativo allo studio”. Il Festival dei diritti dei ragazzi, adesso, guarda lontano: “Stiamo lavorando per dare continuità all’iniziativa – rivela il sacerdote -. Vorremmo dare vita sul territorio a un movimento educativo, in cui stanno dentro scuole, Chiesa, cooperative, associazioni, persone di buona volontà. Questa per noi è la strada maestra per poter sperare in un futuro migliore”. Un secondo passo “sarà creare un osservatorio educativo sul territorio”.

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