Abusi: card. Zuppi, “il giustizialismo è sempre pericoloso per la giustizia”, “nessun atteggiamento omertoso”. Mons. Baturi: “obbligo morale di denuncia”

“La giustizia è una cosa molto seria: non c’è bisogno di giustizialismo. Invocare il giustizialismo è sempre pericoloso per la giustizia. È la nostra preoccupazione e il nostro interesse collaborare”. Così il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ha risposto alle domande dei giornalisti sugli abusi, nel corso della conferenza stampa di chiusura dell’Assemblea dei vescovi italiani. “Far propria la sofferenza delle vittime, lo scandalo, è nostro interesse”, ha spiegato il cardinale a proposito del caso emerso a Tivoli: “Mi auguro che non ci sia bisogno di colpire qualcuno”. L’atteggiamento della diocesi di Tivoli e Palestrina, a partire dalle dichiarazioni del vescovo e poi del responsabile della tutela sui minori, ha sottolineato Baturi, “è stato quello della grande e immediata attenzione all’assunzione di responsabilità nella condanna e nell’affronto del problema”. “La Chiesa di Tivoli e tutta la Chiesa italiana ha rispetto per la giustizia, ma non possiamo accettare l’accusa di atteggiamento omertoso”, ha precisato il cardinale. “È un tema che ci preoccupa e ci addolora”, ha confermato mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, rendendo noto che nelle diocesi, ma anche nella associazioni, a cominciare dall’Azione Cattolica, si stanno mettendo in atto specifiche “prassi, protocolli e linee guida” sugli abusi, in accordo con quelle elaborate a livello nazionale: “la maggior parte sono state consegnate anche al Dicastero per i laici”. “Naturalmente la vigilanza non è mai sufficiente, e anche un solo caso di abuso è motivo per un’azione più serrata”, ha aggiunto il vescovo. Quanto all’obbligo di denuncia, Baturi ha fatto notare che in Italia “non esiste un obbligo giuridico, ma i vescovi già nel 2019 hanno parlato di obbligo morale, a cui ci atteniamo, e di collaborazione con le autorità statali”. Tutto ciò, ha spiegato, “con alcuni vincoli: la verifica che l’accusa sia fondata, dopo l’indagine previa; che la denuncia non incontri l’opposizione del minore; che non sia in gioco la salute del minore per un rischio imminente”. Dopo il primo Report nazionale sugli abusi, ha ricordato inoltre il segretario generale della Cei, durante l’Assemblea straordinaria in programma ad Assisi dal 13 al 16 novembre verrà diffuso il secondo Report, stilato anche grazie alla collaborazione di enti di ricerca qualificati, come l’Istituto Innocenti di Firenze e il Centro di ricerca di vittimologia dell’Università di Bologna.

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