Sinodo: suor Echeverri, “ascoltare il grido delle vittime della tratta e delle carovane di migranti e degli esclusi”

“Al Sinodo è risuonato il grido dei poveri, delle migrazioni, della tratta delle persone, degli esclusi, della terra che è la nostra casa comune: come Chiesa dobbiamo essere una presenza profetica, che si compromette, che crea rete”. Lo ha detto suor Gloria Liliana Franco Echeverri, presidente della Confederazione latino-americana dei religiosi (Clar), intervenendo al briefing odierno in sala stampa vaticana sul Sinodo sulla sinodalità, arrivato alla seconda settimana di lavoro. Impegno Chiesa in tute le sue dimensioni, sociali e ambientali. “Non è possibile seguire Gesù senza un impegno per uno sviluppo umano integrale”, ha detto la religiosa a proposito della necessità di un impegno della Chiesa “in tutte le sue dimensioni, sociali e ambientali: la Chiesa cammina nel mondo in una condizione missionaria, per aiutare le persone ad avere una vita degna”. Di fronte a fenomeni come “la senofobia, il nazionalismo escludente, la costruzione di barriere”, l’opzione della Ciesa “è per la fraternità, per la sinodalità”, ha proseguito suor Echeverri: “Tutti siamo fratelli in un mondo, in una Chiesa che sia casa per tutti”. Di qui la necessità di prendere in maggiore considerazione “la realtà degli esclusi, l’incontro con i più poveri nostro mondo, con le carovane di migranti che stiamo accompagnando nelle nostre chiese, con tutte le vittime della tratta, con i rifugiati, con chi non ha posto in questa società. Dobbiamo accompagnarli unendo le forze, per rendere possibile l’ ospitalità, il cibo, l’educazione, la possibilità di una vita migliore per loro”. Una Chiesa, insomma, che si faccia “paladina dei diritti umani, lavorando per un mondo migliore”.

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