Diocesi: mons. Fumagalli (Viterbo), “in un’epoca di divisione tra papato e impero, santa Rosa ha portato un supplemento di anima e solidarietà”

“Qual è il nostro ruolo di cristiani nella società? Quale apporto possiamo dare per un mondo migliore”: sono domande poste da mons. Lino Fumagalli, vescovo di Viterbo, ai fedeli presenti alla solenne concelebrazione eucaristica di questa mattina nella giornata della festa della patrona santa Rosa. L’omelia di mons. Fumagalli ha il tono di un “discorso alla città”, in cui confronta l’impegno evangelizzatore di Rosa e quello dei cristiani di oggi: “Il contesto materiale e sociale al tempo di santa Rosa era di una grande frammentazione e divisione. Viterbo era dilaniata dai contrasti politici: guelfi e ghibellini, Papa e Federico II. In questo contesto, Rosa vuole portare un supplemento d’anima, invitando tutti a uscire dal proprio piccolo mondo e aprirsi alla trascendenza, all’amore di Dio, alla condivisione e alla solidarietà”. In un’epoca “caratterizzata dal pensiero debole” e appiattita “nel presente, con gli orizzonti brevi”, prosegue il vescovo di Viterbo, ai credenti è richiesto di portare “un orizzonte nuovo, capace di dare sale e luce alla realtà di questo mondo”. La proposta del presule è di accettare la scommessa di Pascal e “vivere come se Dio esiste”. “L’uomo si realizza nell’apertura e nel dono a Dio e ai fratelli”. Una simile antropologia “rinnova la società, è lievito di speranza per un futuro migliore”. Se politica, economia, scienza e cultura devono essere “a servizio di tutto l’uomo”, “una globalizzazione solidale è il cammino per un mondo capace di vivere in pace e di proporre cammini di giustizia e di comunione” conclude mons. Fumagalli.

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