Eruzione a Stromboli: don Longo (parroco), “competenza grande di chi sta prestando i soccorsi”

È da Panarea che don Giovanni Longo, parroco delle quattro parrocchie che insistono tra quest’isola e Stromboli, coordina gli aiuti che la Chiesa locale sta dando a chi ha vissuto il violento fenomeno vulcanico che ha interessato l’isola delle Eolie, al largo di Messina, e a chi teme adesso per le conseguenze. Lui è rimasto bloccato a Panarea, dove è impegnato nella seconda edizione del Grest per i bambini e i figli dei turisti, così come la gente della quale pastoralmente si occupa è ferma a forza su Stromboli. “Ho dato indicazione che si aprissero le chiese – dice al Sir mentre attende ‘con trepidazione’ che sia possibile tornare a Stromboli – perché chi è in maggiori difficoltà trovi riparo: molti si sono raccolti lì perché è più sicuro e la preghiera è l’unica arma, la più potente che abbiamo in questi momenti”. Don Longo è in costante contatto telefonico con i parrocchiani e la gente del posto. “Hanno bisogno di comunicare, hanno paura. E a quella generata dai fatti di oggi, si aggiunge quella che che è frutto del ricordo di quanto avvenuto nel 2002, quando con l’eruzione si registrò anche un’onda anomala che colpì la costa. Una delle tre sedi parrocchiali dell’isola è più in alto e questo dà sicurezza”. A Panarea, intanto, con lo sguardo fisso sulla nube di fumo e sul mare “diventato colore della cenere”, si sta “con l’animo sospeso tra la paura e la speranza e si prega per intercessione di San Vincenzo Ferreri, patrono di Stromboli e Ginostra”. In molti, sull’isola, hanno tra l’altro chiesto al parroco “un momento comunitario di preghiera” in chiesa. “È con fede e attenzione che si affrontano i fatti sull’isola – spiega don Giovanni – e con la competenza grande di chi sta prestando i soccorsi e sta monitorando la situazione”.

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