Funerali gruista ex Ilva: mons. Santoro (Taranto), “politiche industriali non sono allineate con il vero benessere dell’uomo”

“I santi ci proteggono ma sono gli uomini a doversi adoperare perché sciagure come questa non accadano più”. Cosi l’arcivescovo della diocesi di Taranto, mons. Filippo Santoro, durante il funerale di Cosimo Massaro, l’operaio di Arcelor Mittal Italia morto lo scorso 10 luglio cadendo in mare con l’intera gru dal quarto sporgente del porto di Taranto a causa di un tornado estivo che si è abbattuto sulla città, non gli ha lasciato scampo. “Dio non vuole la morte né che nessuno perisca, la sua è una volontà benevola e misericordiosa – ha detto Santoro – ed è per questo che non possiamo rassegnarci, per nessuna ragione al mondo, all’idea che la vita possa essere subordinata a qualsiasi altro principio né tantomeno relegare alla fatalità quello che è accaduto a Mimmo, quando sappiamo e ricordiamo, con un’altrettanta ferita aperta, la morte di Francesco Zaccaria, vittima anche egli nelle stesse modalità di Mimmo. Tutto ciò è assurdo e cinicamente beffardo per i lavoratori e per i tarantini”. “Quest’ennesima morte è un’altra lezione dolorosa e insopportabile di come le politiche industriali e la complessità del sistema di questo grande stabilimento non siano ancora allineati con il vero benessere dell’uomo. C’è un vento malefico che ogni volta sembra vincere sul vento buono delle rette intenzioni – ha concluso l’arcivescovo – e sullo sguardo propositivo sul futuro. Chiedo per rispetto alla famiglia di Mimmo e per tutti noi che si faccia chiarezza e giustizia”.

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