Sinodo sull’Amazzonia: Instrumentum laboris, “no” a “modello economico” basato su “massimizzazione del profitto”

“Il grido amazzonico ci parla di lotte contro coloro che vogliono distruggere la vita concepita integralmente”. Nell’Instrumentum laboris del Sinodo sull’Amazzonia si pronuncia un chiaro “no” ad “un modello economico legato alla produzione, alla commercializzazione e al consumo, dove la massimizzazione del profitto è prioritaria rispetto alle necessità umane e ambientali”. Di qui l’importanza delle “lotte contro coloro che non rispettano i diritti umani e della natura in Amazzonia”, attraverso il contrasto alla “criminalizzazione delle proteste contro la distruzione del territorio e delle sue comunità”. Un altro “abuso” è il diffuso rifiuto degli Stati “a rispettare il diritto alla consultazione e al consenso previo dei gruppi indigeni e locali prima di stabilire concessioni e contratti di sfruttamento territoriale, anche se tale diritto è esplicitamente riconosciuto dall’Organizzazione Internazionale del e da alcune costituzioni dei Paesi amazzonici”. “Il dramma degli abitanti dell’Amazzonia si manifesta non solo nella perdita delle loro terre per lo spostamento forzato, ma anche nell’essere vittime della seduzione del denaro, delle tangenti e della corruzione da parte di agenti del paradigma tecno-economico della ‘cultura dello scarto’, soprattutto tra i giovani”, il grido d’allarme del documento. “L’abbattimento massivo degli alberi, la distruzione della foresta tropicale per mezzo di incendi boschivi intenzionali, l’espansione della frontiera agricola e delle monocolture sono la causa degli attuali squilibri climatici regionali, con evidenti effetti sul clima globale, di dimensioni planetarie quali le grandi siccità e inondazioni sempre più frequenti”, si legge nel testo a proposito dell’urgenza di proteggere “il ‘polmone del pianeta’”.

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