Papa a Camerino: testimonianza di un giovane ingegnere, “vorremo rimanere qui e continuiamo a non mollare”

“È stata una giornata emozionante per tutti noi, indescrivibile. Un invito a non mollare”. Così Stelvio Calafiore, uno dei tanti ragazzi che nella piazza centrale di Camerino hanno accolto ieri il Papa per la visita ai luoghi colpiti dal sisma. “Tecnicamente le difficoltà della ricostruzione di un luogo come Camerino – afferma il giovane ingegnere – riguarda anche il fatto che molti edifici da abbattere sono accanto ad abitazioni rimaste intatte che non possono essere demolite per questo si stanno presentando difficoltà tecniche molto simili a quelle dell’Aquila. È ragionevole pensare che ci siano tempi simili a quelli della cittadina abruzzese. A tre anni di distanza pochissimi i cantieri avviati e il tutto procede lentamente anche per questo”. “Dal punto di vista sociale sono pochi i luoghi di aggregazione a disposizione della comunità” – afferma Vania Valeria, una ragazza di Camerino che come altri ha deciso di rimanere nel paese -. I luoghi tradizionali in cui eravamo soliti incontrarci nel tempo libero sono tutti inaccessibili. Molta parte della popolazione si è trasferita lungo la costa per i suoi interessi quotidiani, come ad esempio la scuola dei bambini, e difficilmente faranno ritorno nei luoghi colpiti dal terremoto”. “Questo – aggiunge Calafiore – nonostante l’esempio positivo dato a tutta la comunità dall’azienda Pasta di Camerino che è rimasta sul posto nonostante le difficoltà, ha aperto un nuovo capannone e assunto 40 persone. Molte attività economiche hanno chiuso o si sono spostate per cui il saldo occupazionale é molto negativo. Io oggi lavoro per una start-up dell’Università di Camerino. Noi vorremo rimanere qui, in questi territori, e continuiamo a non mollare”.

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