Convegno don Sturzo: documento finale, “denuncia della questione sociale e intesa tra i ‘liberi e forti’”

Tre nuove prospettive e due impegni concludono il convegno internazionale che per tre giorni si è svolto a Caltagirone per celebrare il centenario dell’Appello ai liberi e forti di don Luigi Sturzo. I lavori hanno mostrato la possibilità reale di “un modo responsabile di stare ‘uniti e insieme’ di fronte alle questioni sociali e politiche”, un modo “concreto e fiducioso”, legato alla realtà. L’ispirazione è, ovviamente, sempre don Sturzo che “chiama le cose con il loro nome, non sfugge alla drammaticità del momento e propone un progetto di azione che risponda a una precisa visione della realtà”. A questa prospettiva se aggiungono altre due: “Una continua e condivisa analisi dei processi storici che regolano la vita di una società e di una democrazia; un dinamismo basato su fatti che devono essere adeguatamente studiati” e “il coraggio di una proposta non ideologica, né retorica, ma aperta e inclusiva, che parta e arrivi al vissuto delle persone e delle comunità, del popolo così com’è, nel suo essere e nel suo miglior divenire”. Tutte e tre le prospettive sono indicate nel documento finale del convegno internazionale su “L’attualità di un impegno nuovo”, composto da 12 punti, nel quale sono espressi anche due impegni. Il primo è a “una franca denuncia dell’attuale questione che investe il corpo sociale e che minaccia le fondamenta della stessa democrazia”. È legata alla necessità di “dare voce allo smarrimento e al malcontento che la società italiana ed europea vivono”. Il riferimento è alla “drammatica urgenza della forte disoccupazione; dell’invecchiamento della popolazione; della difficoltà di sviluppare politiche d’integrazione per gli immigrati e di sostegno ai giovani senza lavoro che continuano a fuggire dal nostro Paese. È questione sociale – si legge nel documento -, che tocca vaste fasce della popolazione, tra cui i ceti medi di tutte le società europee e occidentali; è questione di crisi di rappresentanza dei corpi intermedi, a partire dalla famiglia; è questione economica, con il venir meno di molte delle progettualità pubbliche e private che davano la possibilità di elevarsi dalla miseria culturale ed economica in forza dei propri meriti”. Il secondo è l’impegno per “una intesa tra tutti gli ‘uomini liberi e forti’, per dare risposte alle questioni di oggi, italiane, europee e globali”.

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