Pastorale giovanile: fr. Alois (Taizé), “senza rinnovamento personale non sarà possibile quello, pur così necessario, della Chiesa”

“Avere la certezza che ‘Christus vivit’ è davvero l’essenziale: devo prima di tutto ascoltare in me stesso questo messaggio e, prima di avere un piano d’azione, devo lasciarmi io stesso rinnovare dall’amore di Cristo”. Frère Alois, che dal 2005 guida la Comunità di Taizé, ha commentato l’ultima esortazione apostolica del Papa di fronte agli oltre 800 partecipanti al convegno nazionale di Pastorale giovanile che è avuto inizio ieri a Palermo. “Ho iniziato la lettura del documento cercandovi qualche consiglio del Papa, ma via via si è realizzato in me un cambiamento: ho sentito, pagina dopo pagina, che voleva parlarmi personalmente, che voleva far rivivere in me lo slancio della fede. Parla al giovane che è in me e rinnova in me una giovinezza. Vuole rinnovare la giovinezza della Chiesa, facendoci concentrare sull’essenziale della nostra fede”. La riflessione del priore di Taizé si è mossa intorno ad una convinzione: “Senza rinnovamento personale, non sarà possibile quello, pur così necessario, della Chiesa”. Per raggiungerlo ha proposto innanzitutto la via dell’ascolto. “Ascoltare è il primo passo nella pastorale. Ascoltare il Cristo ci prepara all’ascolto degli altri e a guardarli con lo stesso sguardo del Cristo. Ascoltare – ha detto frère Alois – significa prendere del tempo per discernere i segni della presenza di Cristo nella vita che coloro che ci sono stati affidati. Ascoltare, dunque, e accompagnare, che sono due parole chiave del Sinodo. E – ha aggiunto – se, a livello, personale l’ascolto è fondamentale, bisognerebbe anche ascoltare le intuizioni dei giovani sui grandi temi dei nostri tempi, metterci insieme a loro, all’ascolto del mondo per trovarvi i segni di speranza, i segni della presenza di Cristo”. Il priore ha parlato della necessità di “creare spazi fraterni” e della “necessità dell’ospitalità”. “In effetti, per condividere con altri la nostra fiducia in Dio, abbiamo bisogno di luoghi dove trovare non solo degli amici conosciuti, ma un’amicizia che si allarga verso coloro che sono diversi da noi. Le parrocchie e le comunità locali – ha detto – hanno la vocazione a riunire una varietà di generazioni, origini sociali e culturali. C’è un tesoro, volte troppo nascosto, che si deve far fruttificare”. A conclusione del suo intervento, frère Alois ha condiviso un ricordo del Sinodo e ha formulato un invito: “Papà Francesco ha chiesto ai partecipanti di pregare il documento finale e a voi ripeto lo stesso appello: preghiamo questa bella esportazione, conserviamola nel nostro cuore come Maria conservato le parole di Gesù nel suo cuore. Allora – ha concluso – l’esortazione diventerà una sorgente di gioia e di nuove intuizioni per il nostro ministero nei riguardi dei giovani”.

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