Diocesi: mons. Piemontese (Terni), “tenere canali di dialogo aperti con i giovani per conoscerci e aiutarci”

“I giovani, la fede e il discernimento vocazionale nella nostra diocesi” è il tema dell’Assemblea ecclesiale diocesana che si è tenuta domenica 3 marzo nella cattedrale Santa Maria Assunta di Terni.
Un’assemblea sui giovani e la pastorale giovanile diocesana nella quale sono state presentate le consegne del Sinodo dei vescovi, con la testimonianza di don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale Cei per la Pastorale giovanile.
“C’è una domanda che arriva dritta e forte alla comunità – ha detto don Falabretti –: in un tempo in cui le relazioni sono sempre di più smaterializzate, ci si parla per messaggi, video, foto, social, c’è bisogno di ritrovare la possibilità di fare esperienze di comunità, quelle esperienze che mettono le persone le une vicino alle altre, perché il corpo, lo sguardo, l’ascolto hanno ancora una forza che è insuperabile e che sa stupire. Senza ascoltare quello che sta dicendo l’altro non nasce un dialogo e si fa fatica a costruire comunità, tessere delle relazioni. Se ascoltiamo i giovani li possiamo accompagnare e aiutare a capire e come comunità cristiana metterci insieme in ascolto del Vangelo».
L’assemblea è stata l’occasione per riflettere sui giovani e sulla Pastorale giovanile diocesana, alla luce del recente evento “Fatti sentire” proposto in occasione della festa del patrono San Valentino, che è stata dedicata al tema: “In ascolto dei giovani sospesi tra passato e futuro”. Spazio è stato dato alla presentazione di quanto è stato fatto in questi anni.
“Vogliamo risvegliare in noi sentimenti di fiducia e di responsabilità – ha affermato il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Giuseppe Piemontese in conclusione -. Non vogliamo rassegnarci ad essere una comunità priva della presenza delle giovani generazioni, della loro voglia di vivere e del loro contributo alla speranza e all’umanizzazione della nostra società. Abbiamo abdicato alla nostra responsabilità. Ci siamo con troppa facilità stancati di tenere canali di dialogo aperti per conoscerci, aiutarci. Anche in tempi difficili dobbiamo osare di più: modificando la nostra mentalità, dando, noi per primi, più spazio ad un percorso di vita cristiana coerente e generoso; e poi prestando attenzione ai giovani e ricercando con loro un confronto sulle domande di senso, sui valori, dialoghi costruttivi, scambio di doni”.

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