Corruzione: Swg, per oltre 6 italiani su 10 è aumentata. La “questione morale” riguarda tutti, non solo i partiti

Dai tempi di “Mani pulite” la corruzione in Italia è aumentata. Almeno questa è la percezione degli abitanti del Bel Paese. È quanto emerge dall’ultima rilevazione eseguita da Swg su un campione di 1.000 maggiorenni italiani, i cui esiti sono pubblicati nello speciale “Percezione della corruzione” di “PoliticApp” diffuso oggi. Chiamati ad esprimersi sul grado di corruzione percepita in Italia, nella rilevazione eseguita tra il 30 ottobre e il 4 novembre scorsi, quasi due terzi degli intervistati pensano sia aumentata (64%) negli ultimi 25 anni. In particolare, il 31% ritiene che l’incremento sia avvenuto “in modo sostanziale” mentre il 33% ha percepito solo “un po’” di aumento. Per il 20% la corruzione è diminuita: per il 18% solo “un po’”, per il 2% “in modo sostanziale”. La “questione morale” riguarda tutti gli italiani (82% degli intervistati) e non solo i partiti (6%). Chiamati ad individuare i principali corruttori, gli italiani indicano la criminalità organizzata (67%), le imprese (30%), i cittadini che hanno interessi economici (21%), le banche (17%), i professionisti (11%). Per la maggioranza degli italiani, poi, le imprese investono più in tangenti che in processi di innovazione. La pensa così il 57% degli intervistati (percentuale che sale al 65% tra i residenti al Sud e nelle isole) mentre per il 25% non è così. Gli italiani si dimostrano severi sia verso i corruttori sia verso i corrotti. Per il 67% degli intervistati, infatti, andrebbero puniti entrambi mentre per il 14% andrebbe punito maggiormente chi corrompe e per il 12% chi si fa corrompere. Infine, gli italiani si mostrano inflessibili verso chi corrompe un amministratore pubblico. Oltre al carcere, per l’86% il corruttore deve essere espropriato del bene per cui ha corrotto; per il 79% dev’essere interdetto dal fare impresa; per il 70%, se è un imprenditore, al corruttore dev’essere tolta l’azienda.

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