Diocesi: mons. Mazzocato (Udine), “la città diventi modello di rispetto della vita, di sensibilità verso la dignità della persona”

“Udine diventi un modello di rispetto della vita in ogni suo momento, di sensibilità verso la dignità della persona cominciando dai più deboli, di vita comunitaria solidale secondo le parole del Vangelo”. È l’auspicio espresso ieri dall’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia pronunciata al santuario della Beata Vergine delle Grazie in occasione del tradizionale “Voto cittadino”.
Commentando il brano evangelico del fariseo e del pubblicano, l’arcivescovo ha notato che “il peccato di orgoglio ha una dimensione personale e più o meno possiamo ritrovarlo anche in noi”. Ma “ha anche una dimensione sociale”, ha proseguito mons. Mazzocato: “Credo non sia possibile negare che nella nostra società, di cui tutti facciamo parte, è cresciuta la presunzione di non aver bisogno di Dio, della sua misericordia e della sua provvidenza. Come il fariseo, ci si è considerati giusti, capaci di creare un buon progresso sociale senza far riferimento a Dio e al suo amore”. “Le debolezze e le sofferenze degli altri diventano un fatto sociale da passare sotto silenzio o sui cui dare giudizi sommari”, ha detto l’arcivescovo facendo riferimento “alle mamme che a causa della solitudine e di varie debolezze sono portate al grave atto dell’aborto”, “ai tanti anziani indifesi che rischiano di essere valutati solo con criteri economici: o come capitolo di spesa pubblica o come fonte di guadagno” e a “coloro che giungono tra noi da lontano e in situazioni di precarietà verso i quali non servono reazioni umorali, magari di opposta tendenza, ma una ragionata capacità di valutazione e di accoglienza”. Richiamando i sentimenti “di umiltà e di fiducia in Dio e in Maria” con cui, nel 1555, la popolazione si rivolse alla Vergine delle Grazie per il voto comunitario, mons. Mazzocato ha esortato: “La nostra città vada contro corrente superando la presunzione di fare senza Dio e tornando a crescere nella fede e nella preghiera. Lo Spirito del Signore troverà, allora, cuori disponibili a sciogliersi in compassione verso i fratelli e le sorelle più deboli e sofferenti”.

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