Violenze su detenuti: arrestati a Torino 6 agenti. Fra Grosso (cappellano), ora “tensione alle stelle”. “L’amministrazione sempre attenta a prevenire questi fenomeni”

“La tensione è alle stelle tra gli agenti”. Parola del cappellano della casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, fra Silvio Grosso, che, raggiunto telefonicamente dal Sir, spiega il clima che ha trovato stamattina in carcere, dopo gli arresti domiciliari comminati a sei agenti di polizia penitenziaria per ripetuti atti di violenza e tortura nei confronti dei detenuti. “All’interno del carcere l’amministrazione è molto attenta a prevenire e far fronte a questo tipo di fenomeni: c’è un impegno a tenere sempre sotto controllo situazioni del genere che potrebbero verificarsi”, racconta fra Grosso, insieme alla sorpresa di fronte alla notizia degli arresti. Ma, ammette, “si sono verificate delle difficoltà in sezione per il sovraffollamento”, ora, però, “occorre aspettare la conclusione delle indagini” per rispettare sempre la presunzione di innocenza.
Il carcere di Torino, precisa, “è stato definito il più complesso d’Italia, perché ha al suo interno, tranne il 41bis, la presenza di tutte le tipologie di circuito penitenziario: agli agenti di polizia penitenziaria è richiesto, effettivamente, un lavoro delicato e molto faticoso. C’è un lavoro di sorveglianza molto più gravoso, perché ad esempio, alcuni circuiti penitenziari non possono venire in contatto gli uni con altri. E c’è un lavoro trattamentale molto più complesso”. Nella sua esperienza il cappellano ha trovato “agenti preparati e attenti. Se queste accuse verranno provate, la giustizia sicuramente farà il suo corso”. Qualche detenuto si è mai lamentato di violenze, parlando con lei? “Di modi bruschi sì, è successo – la risposta -; di violenze preferisco non parlare essendoci un’indagine in corso”.
Quasi un mese fa, prosegue fra Grosso, “c’è stata la festa della polizia penitenziaria: il direttore, nella sua relazione, ha parlato della presenza di 1.550 detenuti su una capienza del carcere di 1.062: ci sono detenuti di media sorveglianza, per reati sessuali, di alta sicurezza…”. Di contro, “gli agenti penitenziari in organico mi pare che siano 750, mentre dovrebbero essere più o meno 850. Su 750 agenti ci sono solo 14 educatori, significa più di 100 detenuti per educatore”. Fatta salva la presunzione di innocenza, “se alla fine delle indagini dovesse risultare che qualcuno, per indole propria, tende ad avere degli atteggiamenti vessatori potrebbe darsi, ma è anche vero che è un sistema che comunque esprime una certa capacità di autoregolazione, di autodenunzia: su un numero così alto di agenti sarebbe una percentuale ridotta che ha sbagliato, anche perché è cambiata la mentalità di approccio degli agenti rispetto a 30/40 anni fa”.

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