Ecuador: vescovi su depenalizzazione aborto, “non è il momento di riaprire nuove ferite, il presidente non imponga per decreto legalizzazione”

“Non è il momento di aprire nuove ferite e scontri. L’Ecuador ha bisogno di guarire e riconciliarsi”. Lo scrive il Consiglio permanente della Conferenza episcopale ecuadoriana (Cee), che in una nota diffusa oggi chiede al presidente di non imporre, mediante decreto, l’ampliamento delle cause per le quali l’aborto verrebbe depenalizzato, nell’ambito dell’approvazione del nuovo Codice organico integrale penale (Coip).
Secondo i vescovi, forzare la legalizzazione dell’aborto, dopo che già il Parlamento non ha approvato il disegno di legge in merito, potrebbe “generare scontento sociale” e, in ogni caso “non si dà soluzione a un’ingiustizia con un’altra ingiustizia”. Da qui la richiesta al presidente “di rispettare i procedimenti costituzionali e legali”.
Il Consiglio permanente della Cee torna anche sui recenti scontri e sull’accordo raggiunto domenica scorsa, esprimendo solidarietà ai familiari e preghiera per coloro che hanno perso la vita in queste circostanze.
Prosegue la nota: “Dalle giornate vissute ci restano due insegnamenti. In primo luogo, la pace e il rispetto per la vita sono valori intrinseci del popolo ecuadoriano, dobbiamo amarli e difenderli in ogni momento. In secondo luogo, il dialogo è il cammino appropriato per superare le tensioni e i conflitti di carattere familiare, sociale e politico. L’imposizione delle leggi e la violenza generalizzata causano solo ferite, perdita di vita e distruzione di beni”.

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