Diocesi: Perugia, al via i festeggiamenti per i cinquant’anni della parrocchia di San Sisto e delle sue “due chiese speciali”

Perugia, don Claudio Regni nell'antica chiesa di San Sisto

“Se chiedessi quante chiese ci siano nella nostra Unità pastorale probabilmente mi verrebbe risposto quattro, considerando le due di San Sisto e quelle di Lacugnano e di Sant’Andrea delle Fratte. Sbagliato. Sono ben ‘sei’ e stranamente ci scordiamo sempre le ‘due’ che frequentiamo di più: la fabbrica e l’ospedale”. Lo ha spiegato oggi don Claudio Regni, parroco moderatore dell’Unità pastorale perugina, che si prepara a festeggiare i 50 anni dell’istituzione della parrocchia di S. Sisto. “Erano le nove e un quarto della sera del 17 ottobre del 1969 – ha ricordato don Regni – quando facemmo ingresso, per la prima volta, in questa chiesetta. Attorno, cinquanta anni fa, era aperta campagna e gli abitanti lavoravano soprattutto nei campi. Oggi siamo al centro di un agglomerato urbano, il più grande della periferia di Perugia, dove la gente lavorano in gran parte in fabbrica o all’ospedale. Insieme a me, quella sera del ’69, c’erano i miei confratelli coetanei don Alviero Buco, attualmente missionario in Scandinavia, e don Sandro Passerini, parroco di Solomeo”. Tornando alle “due chiese speciali” di San Sisto, don Regni ha spiegato che “la fabbrica è un tipo di chiesa perché raccoglie un popolo che compie ogni giorno atti sacri: timbrare il cartellino, impegnarsi, fare delle scelte, assumersi delle responsabilità. Tutte azioni che, se svolte per amore, sono gradini verso la santità. Inoltre, ogni operaio lancia un grido, a volte ben udibile, altre nel silenzio, ma ognuno ha una storia sulle spalle e cerca una relazione che si esprime anche nel creare per vendere”. Anche “l’ospedale Santa Maria della Misericordia è un’altra tipologia di “chiesa” in cui dei ‘sacerdoti’, i medici, combattono contro la morte, malati e parenti affrontano il dolore mentre una domanda li tiene uniti come un filo invisibile: che senso ha tutto questo? È la stessa ricerca di senso che avviene davanti all’altare. Proprio perché ognuno di noi è entrato in almeno una di queste ‘chiese’, il Giubileo sarà una festa di popolo. Il giubileo durerà un anno intero, dal 20 ottobre 2019 al 20 ottobre 2020. Ad aprire l’anno giubilare sarà l’inaugurazione del “Giardino della Misericordia”, in programma domenica (dalle ore 17), alla presenza del vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e con i giovani che porteranno in processione una croce da piazza Martinelli alla chiesa della Santa Famiglia di Nazareth. Seguirà la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Salvi e una breve catechesi sul crocifisso di San Damiano.

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