Protezione umanitaria: associazioni e ong, “preoccupazione” per la “circolare Salvini”

Una lettera aperta per “esprimere preoccupazione” in merito ai contenuti della Circolare del ministero dell’Interno del 4/7/2018, avente oggetto “Il riconoscimento della protezione internazionale e la tutela umanitaria”. A firmarla sono le organizzazioni A Buon Diritto, Acli, Action Aid, Amnesty International, Arci, Asgi, Casa dei Diritti sociali, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cnca, Emergency, Federazione Chiese Evangeliche Italiane, Médecins du Monde Missione Italia, Medici per i Diritti umani, Medici senza frontiere, Oxfam Italia e Senza Confine del Tavolo Asilo. Ricordando che la protezione umanitaria “è un diritto il cui riconoscimento può essere chiesto direttamente al Questore, il quale è tenuto a verificare l’esistenza dei presupposti della legge”, le organizzazioni rilevano che “sorprende che il ministro dell’Interno richiami, nell’esame dei casi, la ‘salvaguardia di interessi primari della collettività’, subordinando a questa i diritti dei richiedenti”. Viene poi osservato che “al fine di garantire organicità nel procedimento decisionale, amministrativo e giudiziario, un’eventuale stretta sulle decisioni di parere favorevole al riconoscimento della protezione umanitaria comporterà un ulteriore intasamento dei ruoli dei giudici ordinari, e l’allungamento complessivo dei tempi di definizione delle situazioni individuali”. Le organizzazione bollano poi come “semplicistico” e “non rende giustizia al lavoro fin qui condotto dalle Commissioni e Sezioni Territoriali, affermare sbrigativamente che il permesso di soggiorno per motivi umanitari sia stato concesso a persone che non avessero diritto di rimanere nel nostro Paese”. Viene poi ricordato che “attualmente la protezione umanitaria viene anche accordata a un numero crescente di persone che hanno subito violenze e torture in Libia e per questo si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità fisica e mentale. Nonostante le sorprendenti dichiarazioni di alcuni giorni fa a opera dello stesso Ministro dell’Interno, la situazione in Libia resta gravissima ed è confermata da Unhcr”.
“Il nostro Paese può rivendicare con orgoglio l’aver introdotto e disciplinato nel proprio ordinamento questa forma di protezione”, sottolineano le organizzazioni, secondo le quali “il rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari, bel lungi dal creare insicurezza e mancata integrazione, contribuisce in misura sostanziale a rendere possibili percorsi di legalità e di inclusione, unica vera garanzia per la sicurezza delle comunità”.

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