“Ci sono speranze che sono legate alla coscienza degli uomini, anzi fanno la coscienza degli uomini. Volere la pace, volere un mondo più giusto non è solo un pio desiderio. Ma sono fatti che costruiscono la coscienza degli uomini. E serve qualcuno che ci aiuti. Il Papa è stato quest’uomo. È venuto qui per dire al mondo quello che è importante per la società e per la Chiesa di oggi”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Agrigento, il card. Francesco Montenegro, celebrando ieri a Lampedusa una messa in ricordo della visita di Papa Francesco nell’isola, a distanza di cinque anni da quel giorno. “Papa Francesco ha parlato, sta continuando a parlare proprio perché vuole aprire i nostri cuori alle speranze”, ha aggiunto. Il cardinale ha condannato la “falsa prudenza”, l’ingiustizia di un mondo dove “c’è chi sta troppo bene e chi è costretto a cercare nei cassonetti per sfamarsi”. “Non è giusto che muoia un migrante su sette. Questa è la statistica per quest’anno. L’anno scorso ne è morto uno su 38. Vuol dire che i morti stanno aumentando”, ha sottolineato il porporato, invitando a chiederci “di chi è questa responsabilità”. Riflettendo sul ruolo del profeta, proposto dal Vangelo, il cardinale ha ribadito che è colui che “dà voce a un mondo più umano, a un mondo in cui le persone dovrebbero valere più del petrolio”. “Se guardiamo il mondo con gli occhi del Vangelo, allora c’è qualcosa da cambiare. Per questo il Papa è venuto a Lampedusa. Cinque anni fa ha cominciato un discorso che ancora non ha completato. E continua nonostante i venti contrari”. Quella di Francesco, secondo il card. Montenegro, “non è stata solo la visita di un personaggio importante, ma è stata su quest’isola la presenza di un profeta che ha detto al mondo la verità: che l’indifferenza uccide e che noi siamo i custodi dei nostri fratelli”. “Ecco – ha concluso – perché abbiamo bisogno della sua voce, che oggi è una delle poche voci che si alzano a difesa dei poveri. E parla nonostante diventi impopolare, nonostante gli stessi cristiani si scaglino contro di lui o gli voltino le spalle”.