Parlamento Ue: Sassoli (vicepresidente), “poca trasparenza su indennità di spesa eurodeputati. Disattese speranze dei cittadini”

David Maria Sassoli è l'unico italiano candidato alla presidenza del Parlamento europeo

(Strasburgo) “Un peccato aver disatteso le aspettative dei cittadini che chiedevano più trasparenza sull’utilizzo dell’indennità di spese generali assegnata ai deputati europei”: David Sassoli, vicepresidente del Parlamento europeo, interviene su un tema non nuovo e sul quale le richieste di chiarimenti e trasparenza erano giunte da più parti negli ultimi anni. “A passare è una non riforma che non impone i controlli e la tracciabilità delle spese dei deputati – dice Sassoli – necessarie per garantire la trasparenza. Lo abbiamo proposto, ma abbiamo perso, con un voto trasversale di cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilità”. Al Sir Sassoli specifica: “Si tratta di una somma pari a 4.200 euro al mese che il deputato deve utilizzare nell’esercizio del suo mandato per spese varie di segreteria”, comprese ad esempio le dotazioni di pc o cellulari, e considerando le segreterie di Bruxelles, Strasburgo e territoriali. “Sono soldi pubblici stanziati per quello scopo, e non si devono aggiungere allo stipendio dell’Europarlamentare”. “E – sottolinea – si tratta di somme che dovrebbero avere una loro tracciabilità, per una rendicontazione chiara. Ma l’ufficio di presidenza del Parlamento, di stretta misura” (i presenti si sono divisi: 8 a 6, il presidente si è astenuto) “ha votato per una rendicontazione facoltativa e non obbligatoria, come era stata proposta”.
“Questo non è un buon segnale verso i cittadini”, aggiunge Sassoli. Le modalità per una maggior trasparenza potrebbero essere diverse: certificazione delle spese, pubblicazione su internet o altre formule. Ma la decisione dell’ufficio di presidenza – composto dal presidente del Parlamento, da 14 vicepresidenti e da 5 questori – sembra marciare in senso opposto.

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