Parlamento Ue: guasto ai microfoni e sciopero interpreti, lavori a singhiozzo

Strasburgo: la cabina degli interpreti italiani

(Strasburgo) Per la prima volta una seduta della plenaria di Strasburgo comincia con oltre 40 minuti di ritardo. È accaduto questa mattina. All’avvio dei lavori – che in avvio di giornata prevedono un confronto con il premier bulgaro Borissov e poi con quello austriaco Kurz, il sistema dei microfoni si è bloccato per un guasto. La sessione si è immediatamente interrotta. Il presidente dell’Assemblea, Antonio Tajani, ha poi annunciato che il ritardo ulteriore è stato causato dal fatto che alcuni eurodeputati non hanno consentito ai tecnici di intervenire per sistemare il guasto, volendo solidarizzare con gli interpreti, che da 28 giorni sono in sciopero chiedendo “condizioni di lavoro più eque e sopportabili”. Da un paio di plenarie, infatti, gli interpreti – precettati al lavoro – si limitano agli orari strettamente ufficiali, interrompendo le traduzioni al termine del turno, come accaduto ieri durante la tradizionale conferenza stampa che apre la settimana a Strasburgo. Tajani ha ricordato che la trattativa con gli interpreti (dal 2004 le lingue sono passate da 11 a 24, il numero degli interpreti è sceso da 350 a 270, più quelli “temporanei”) è demandata all’istituzione e ai rappresentanti sindacali. “Bloccare il lavoro del Parlamento da parte dei deputati è inaccettabile”, ha detto Tajani, e il presidente della Commissione Juncker, presente in aula, si è detto dello stesso avviso. I lavori della giornata slitteranno rispetto all’agenda consueta.

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