Nicaragua: anche un italiano nel gruppo di esperti della Cidh. Il vescovo Álvarez nel carcere del Chipote

C’è anche un esperto di diritti umani italiano, con grande esperienza di missioni umanitarie in America Latina, nel Gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti (Giei) incaricato ieri dalla Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh) di operare in Nicaragua: si tratta di Amerigo Incalcaterra, che ha operato nell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani come rappresentante regionale per l’America Latina. Il gruppo interdisciplinare è composto da altri tre esperti, Sofía Macher, Claudia Paz y Paz e Pablo Parenti, con il compito, precisa una comunicato della Cidh, di “coadiuvare e appoggiare le indagini sui fatti violenti accaduti nel Paese a partire dal 18 aprile, nell’ambito delle proteste sociali”. Il mandato del gruppo è di sei mesi e potrà essere prorogato. I rappresentanti delle organizzazioni internazionali presenti in Nicaragua (oltre alla Cidh Onu e Ue) dovrebbero essere presenti all’auspicata riapertura del tavolo del Dialogo nazionale. Ieri intanto l’Alleanza civica, che comprende i rappresentanti di studenti, agricoltori e imprenditori, ha invitato la cittadinanza a proseguire nelle manifestazioni di protesta. Nel fine settimana sono proseguite le repressioni del regime, che non hanno risparmiato neppure la marcia promossa a Managua per rendere omaggio ai 24 minori rimasti uccisi durante le repressioni. Dallo scorso 18 aprile sono quasi 300 le vittime accertate. Sempre nella giornata di ieri mons. Rolando Álvarez, vescovo di Matagalpa, ha fatto visita al presidio dei familiari dei detenuti nel carcere del Chipote, nella capitale. Il vescovo – di ritorno dal Vaticano, dove sabato ha incontrato Papa Francesco assieme al cardinale Leopoldo Brenes -, è riuscito a entrare nella struttura e ha fatto richiesta di liberazione per alcuni detenuti malati, per una donna incinta e per i giovani reclusi.

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