Copyright: Wikipedia, direttiva Ue bavaglio alla libertà di internet. Danti (Europarlamento), “nuove norme non toccano Wikipedia”

(Strasburgo) “Cara lettrice, caro lettore, il 5 luglio 2018 il Parlamento europeo in seduta plenaria deciderà se accelerare l’approvazione della direttiva sul copyright. Tale direttiva, se promulgata, limiterà significativamente la libertà di Internet”. È un messaggio della “Comunità italiana di Wikipedia” che ciascuno può leggere oggi on line. “Anziché aggiornare le leggi sul diritto d’autore in Europa per promuovere la partecipazione di tutti alla società dell’informazione, essa minaccia la libertà online e crea ostacoli all’accesso alla Rete imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni”. Il testo prosegue: “Se la proposta fosse approvata, potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca. Wikipedia stessa rischierebbe di chiudere”. “Chiediamo perciò a tutti i deputati del Parlamento europeo di respingere l’attuale testo della direttiva e di riaprire la discussione vagliando le tante proposte delle associazioni Wikimedia, a partire dall’abolizione degli artt. 11 e 13, nonché l’estensione della libertà di panorama a tutta l’Ue e la protezione del pubblico dominio”.
L’eurodeputato italiano Nicola Danti, che fa parte della commissione Mercato interno e protezione dei consumatori del Parlamento europeo, fornisce un’altra interpretazione: “Chi oggi ha fatto una ricerca online si sarà probabilmente accorto che Wikipedia ha oscurato il proprio sito per protestare contro l’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva sul Copyright. Il testo, in realtà, mira semplicemente a rendere più difficile la illegittima diffusione sulle piattaforme online di materiale protetto dal diritto d’autore”. Danti spuiega: “La direttiva non riguarderà affatto Wikipedia. Il testo che sarà votato giovedì esclude esplicitamente i servizi che non agiscono per scopi commerciali come le enciclopedie online, i depositi scientifici e culturali, i fornitori di servizi di cloud storing (Dropbox) e tutti gli altri servizi dove i contenuti sono caricati con l’autorizzazione dei titolari di diritti interessati”. Inoltre “non si può spacciare per libertà la facoltà delle grandi piattaforme di fare enormi profitti sui materiali altrui. La libertà della rete, in realtà, non sarà in alcun modo messa a repentaglio. Nessuna censura indiscriminata, ma la garanzia dei diritti degli utenti e dei proprietari dei diritti”. Il Parlamento europeo chiede semmai “alle grandi piattaforme del web di assumersi non solo i profitti ma anche le responsabilità per ciò che pubblicano sui propri spazi online”.

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