Papa Francesco: visita alla parrocchia romana di Tor de’ Schiavi

Una parrocchia senza vicinanza è”cardiopatica”: “Ha la malattia del cuore, che è quello che fa la condiscendenza e la vicinanza”. Lo ha detto ieri il Papa, durante la visita alla parrocchia romana del Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi. “C’è una virtù che tutti i preti devono avere, un atteggiamento che devono avere – i preti, i vescovi, i Papi, tutti – la vicinanza”, ha ribadito Francesco a braccio, incontrando la comunità: “Ah… questo lo dicono gli psicologi …”, l’obiezione. “No, lo ha detto Dio Padre quando ha voluto che il Suo Figlio si facesse vicino a noi”, la risposta: “Gesù è Dio vicino a noi. E noi che siamo gli apostoli di Gesù, dobbiamo andare per quella strada: la vicinanza. Non si predica il Vangelo con parole, con argomenti. No, non si predica così. Si predica con vicinanza, con testimonianze, con coerenze. E questo voi dovete chiederlo ai pastori: a me, ai vescovi e ai preti. Coerenza. Testimonianza”. “Alcuni, alcuni pastori, alcune suore, alcuni laici sono noiosi davvero, no? Sono noiosi davvero”, ha fatto notare il Papa: “E hanno una faccia che tu non sai se è una faccia di pastore, di uomo, donna che lavora in Chiesa o una faccia da veglia funebre”. È la gioia del Vangelo che fa la differenza, ha spiegato il Papa, perché “la Chiesa cresce, non per proselitismo ma per attrazione, l’attrazione della testimonianza. Noi non siamo una squadra di calcio, un club che va a cercare aderenti. No. Noi siamo discepoli di Gesù, che cerchiamo di fare le cose che il Vangelo ci dice. E questo sempre fa scaturire la gioia. E loro vedono la gioia e dicono: ‘Perché sono così gioiosi?’. Questo succedeva nei primi tempi della Chiesa. Appena nata la Chiesa, dopo che è venuto lo Spirito Santo, la gente li guardava e diceva: ‘Ma guarda, sono felici questi! E come si vogliono bene tra loro! Non si spellano…’. Perché era gente la cui gioia attirava gli altri. Non si può vivere il Vangelo senza gioia: è condizione per vivere il Vangelo, la gioia”. Dopo il lungo dialogo all’aperto, Francesco è entrato  nel salone della parrocchia dove, al riparo delle telecamere, ha incontrato  malati, anziani e disabili. Infine, accompagnato dal parroco don Maurizio Mirilli e dal cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e presidente di Caritas Internationalis, il Papa è salito nei locali della “Casa della gioia”, per fermarsi con i disabili del centro diurno e con le loro famiglie. Quindi la visita alla Casa famiglia e la benedizione degli ambienti, poi l’incontro con sette ragazzi che a partire da oggi abiteranno a “Casa della gioia” insieme a due religiose e ad una laica. Francesco ha incontrato anche i responsabili della Caritas, dei progetti “Quartieri solidali” e “Condomini solidali”, e del servizio notturno per i senza dimora.

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