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Malta: cento accademici dell’Università criticano emendamenti proposti all’attuale legge sulla fecondazione

Un gruppo di cento accademici dell’Università di Malta ha spiegato in un documento le proprie obiezioni agli emendamenti proposti all’attuale legge sulla fecondazione in vitro perché “indeboliscono gravemente la protezione dell’embrione”. Le modifiche rispondono “ai bisogni dei futuri genitori a quasi totale scapito della protezione dell’embrione umano”, il cui status viene “degradato a poco più che un bene di consumo”, come rivela anche il linguaggio usato, che a “embrione” sostituisce il termine di “uovo fecondato”. Critici sono gli studiosi sul fatto che la legge permette la fecondazione di fino a cinque ovuli per aumentare le probabilità di successo: ciò dà origine a “produzione di embrioni in eccesso”, alla selezione e quindi al congelamento degli embrioni scartati che potranno essere adottati da altre coppie ma che per la maggior parte resteranno “orfani” e crioconservati, senza che la legge preveda nulla a riguardo. Bocciata è l’introduzione della possibilità di “donatori anonimi di gameti” che aprirebbe alla “deliberata creazione di un nuovo tipo di orfani”, bambini che “non potranno mai stabilire alcuna relazione con i propri genitori biologici”. Bocciata infine la possibilità che la legge, pur condannando come “atti criminali le maternità surrogate a scopi commerciali”, lascia possibilità alle “maternità surrogate altruistiche”. Il documento critica anche che non sia stato reso noto alcun risultato della consultazione pubblica che nel 2015 si era svolta su questi temi.

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